
Sì, d'accordo, figurati se può mai succedere. Baùscia e Casciavit assieme non ci staranno probabilmente mai. Eppure, se esiste una città dove l'esercizio dell'immaginazione più fervida resta ancora abilitato in Italia, quella è proprio Milano. Il posto dove quello che fino a poco fa mettevi su carta in cameretta rischia di tramutarsi in realtà. Questione di mood, risorse, ambizione. Pensiamo solo al fatto che Inter e Milan abbiano da poco acquistato insieme San Siro: è stata a lungo un'ipotesi difficile da contemplare, ma è appena accaduto.
Certo, questo esercizio qua - quello che vi proponiamo adesso - è alquanto più fantasioso. E la rivalità tra nerazzurri e rossoneri non potrà mai spegnersi al punto da immaginare una fusione. Ma in un paese composto da 60 milioni di allenatori, chi non si è mai fatto una formazione immaginaria definitiva, canticchiando sotto alla doccia? Allora, proviamoci anche noi. Il modulo? 4-3-1-2. L'estro applicato al controllo. Escludiamo da questa lista i giocatori ancora in attività.
La formazione titolare
In porta non può che esserci Walter Zenga, simbolo nerazzurro e icona di affidabilità tra i pali. Linea difensiva a quattro con due terzini moderni e potenti: a destra Javier Zanetti, eterno capitano interista, motorino instancabile e uomo ovunque; a sinistra Paolo Maldini, per garantire classe e carisma assoluti. In mezzo la coppia dei sogni: Franco Baresi, bandiera rossonera e guru della lettura difensiva, accanto a Giuseppe Bergomi, lo “zio”, uomo di Inter e di Nazionale, cuore e disciplina.

Il centrocampo a tre è un concentrato di visione e sostanza. In regia Andrea Pirlo, sublime demiurgo di geometrie, capace di far girare il gioco distribuendo carezze. Ai suoi lati due pilastri diversi e complementari: Lothar Matthäus, anima e grinta tedesca, incursore indomabile, e Ruud Gullit, classe e intelligenza tattica, l’unico ad aver vinto la Champions con tre squadre diverse.
Dietro le punte agisce il numero dieci per eccellenza: Gianni Rivera, il “Golden Boy”, visione profetica e movimenti artistici. Davanti, una coppia che mozza il fiato: Marco Van Basten, eleganza spietata sotto porta, e Ronaldo il Fenomeno, devastante, imprendibile, capace da solo di ribaltare una partita.

Allenatori
In panchina due mostri sacri: primo allenatore Helenio Herrera, padre del calcio moderno, creatore della “Grande Inter” e del mito del catenaccio evoluto; al suo fianco come vice Arrigo Sacchi, rivoluzionario tattico, architetto del Milan più bello del mondo. Due filosofie opposte e complementari che si completano in un ideale laboratorio di calcio totale.
La panchina
Una panchina di lusso, degna di contendere il posto ai titolari. Il secondo portiere potrebbe essere Sebastiano Rossi, il terzo Gianluca Pagliuca. In difesa i due Alessandro, Nesta e Costacurta, con Giacinto Facchetti e Walter Samuel. Come terzini, Cafù e Maicon.
A centrocampo altri due per parti, in un oceano di fenomeni: Kakà e Rjikaard, Cambiasso e Oriali. In attacco Ronaldinho dietro alle punte, che potrebbero essere Samuel Eto’o e Andriy Shevchenko. Ne mancano tantissimi all'appello, è vero. Ma una squadra del genere sarebbe già ingiocabile.