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Juventus, Allegri è un problema: quale futuro per il tecnico toscano?

La prova con il Genoa ha fatto scattare l'allarme alla Continassa. Con il Bologna sempre più vicino, i bianconeri rischiano di buttare via l'accesso alla Champions. E qualcuno pensa che sia meglio intervenire subito

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Una delle storie più interessanti di questa stagione di Serie A è sicuramente l’inusitata involuzione della Juventus. Dopo un girone d’andata nel quale era stata l’unica a tenere il passo della schiacciasassi Inter, qualcosa si è inceppato nell’ingranaggio della Vecchia Signora, dando il via ad una crisi senza fine. Al centro di tutto, come al solito, Massimiliano Allegri. Per un “risultatista” come lui, incassare 7 punti nelle ultime 8 partite non può che aver fatto scattare i campanelli d’allarme.

La cosa più preoccupante, però, è che nessuna delle contromosse pensate dal tecnico livornese sembra riuscire a scuotere i bianconeri dalla depressione cosmica nella quale sono caduti. Con la tifoseria sempre più furibonda, sono sempre più coloro che chiedono alla società di intervenire in fretta, prima che la situazione precipiti del tutto. Il sospetto è che, dietro alle dichiarazioni pubbliche, la panchina di Max rischi di saltare subito.

Grande nervosismo

Pareggiare contro il Genoa di Gilardino può sembrare un passo falso innocuo ma basta dare un’occhiata al calendario per rendersi conto di quanto abbia fatto male alla Vecchia Signora. Da qui in avanti, infatti, si va di male in peggio: assieme alle semifinali di Coppa Italia ci saranno gli scontri con Lazio, Fiorentina, Milan e il derby con un Toro in grande salute. Con il Bologna che non vuol sapere di fermarsi, guardarsi alle spalle per la Juve è un obbligo. Il nervosismo dell’ambiente è evidente e stavolta la maschera che Allegri veste inizia ad incrinarsi: hai voglia di dire che “l’atteggiamento difensivo è stato il migliore delle ultime partite”, i bianconeri non solo non sanno più chiudere le partite ma talvolta sembrano aver già gettato la spugna prima del triplice fischio.

La lite in diretta a SkySport con Gianfranco Teotino è la prova provata che il nervosismo di Dusan Vlahovic, che sfoga la sua rabbia con l’arbitro e si prende due gialli in due minuti, ha contagiato anche l’allenatore. Non si tratta di lesa maestà ma il segnale che la crisi della Vecchia Signora è tutt’altro che transitoria: aggrapparsi all’obiettivo Champions è un modo di schermarsi dalla paura che qualcuno si stia muovendo sottotraccia, come ripetere ossessivamente che tutti stanno facendo il massimo quando il verdetto del campo sembra di tutt’altro tenore.

La svolta? Ora o mai più

Dopo aver perso le staffe, Allegri continua ad aggrapparsi ai risultati, ostentando fiducia. Quando dice che “In fondo siamo terzi in classifica, significa che qualcosa abbiamo fatto finora” sembra quasi se stesse parlando a sé stesso, per convincersi che la situazione è meno grave di quanto sia. Con la tifoseria in aperta rivolta e le voci di un #AllegriOut che tracimano fuori dai social, gli occhi si volgono alla società, per provare a capire come si pensi di risolvere questa situazione spinosa. La cosa è più facile a dirsi che a farsi, considerato che le dichiarazioni del club torinese sono all’insegna della massima fiducia nei confronti di Allegri. Il momento è molto complicato ma la società pensa che, magari con un aiutino della Dea Bendata, la barca bianconera possa arrivare in qualche modo alla Champions, unico obiettivo stagionale. Ci si può sempre raccontare che i punteggi sono bugiardi, che quei giocatori scarichi, sfiduciati, privi di idee possano miracolosamente tornare quelli di una volta, ma dubito che siano in molti a crederci davvero.

Giuntoli Juventus Udinese

Il segnale più significativo è quello relativo alla questione del contratto, che la società ha deciso di affrontare solo dopo che la stagione avrà espresso i suoi verdetti. Cristiano Giuntoli, deus ex machina e grande alleato di Allegri, continua a giurare e spergiurare che la Juventus è soddisfatta e che vorrebbe continuare con Max anche oltre al 2025. La cosa convince davvero poco, visto che il tecnico ha ammesso di non aver ancora parlato con il club della programmazione in vista della prossima stagione. Con lo scudetto andato, le speranze di non chiudere l’ennesimo anno senza aprire la bacheca sono tutte riposte nella Coppa Italia ma, se la crisi dovesse iniziare ad avvitarsi, la società farebbe meglio a staccare la spina per salvare il salvabile.

La cosa peggiore sarebbe far saltare Allegri senza avere già in tasca l’accordo con il successore che dovrebbe aprire il nuovo ciclo bianconero. Si sussurra che Thiago Motta sia vicino a dire sì ma Saputo è in pressing a tutto campo per ottenere il rinnovo mentre Vincenzo Italiano è nel mirino di parecchie grandi, come l’ex bianconero Raffaele Palladino. Intervenire ora, con ancora 9 partite da giocare e la Coppa Italia a disposizione, potrebbe riuscire a salvare la stagione.

Se Allegri ha davvero perso lo spogliatoio, aspettare sarebbe solo controproducente.

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