Calcio

Juventus-Milan, quando il 28 maggio è molto di più di una semplice data

Esattamente vent'anni fa i rossoneri di Carlo Ancelotti superarono ai rigori i bianconeri di Lippi e si laurearono campioni d'Europa per la sesta volta nella storia: oggi quel match vale miolto meno, ma in chiave Champions rimane sempre fondamentale

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Quanto può valere una sfida come quella di Juventus-Milan che andrà in scena questa sera a Torino alle ore 20.45? Potenzialmente tantissimo visto che, in occasione della penultima giornata di Serie A, si potrà decidere eventualmente chi approderà alla prossima edizione della Champions League e chi no. Ma nella realtà, se si dovesse pensare a quello che vent'anni esatti fa - proprio in queste ore - il tifo italiano stava vivendo, vale pochissimo. È infatti proprio a causa un clamoroso e affascinante gioco del destino che la data del 28 maggio ritorna prepotentemente a farla da padrona come cornice di un match importante tra i bianconeri e i rossoneri; e sempre in un anno solare che termina con la cifra 3.

La classifica attuale a 180 minuti dal termine della Serie A 2022-2023, stante la penalizzazione di 10 punti inflitta alla formazione allenata da Massimiliano Allegri, dice che i padroni di casa dovranno necessariamente battere quella di Stefano Pioli (e con uno scarto di reti più ampio possibile) e sperare che quest'ultima non vinca contro il Verona a San Siro nell'ultimo turno per avere una minima speranza di contendersi dal prossimo autunno la tanto ambita coppa dalle grandi orecchie. Al netto di altre eventuali condanne provenienti dalla giustizia sportiva o dalla Uefa. Il tutto con un inevitabile ritorno con la mente a quella emozionante serata di 240 mesi addietro.

Lo sviluppo (noioso) di quel match

Mercoledì 28 maggio 2003, stadio Old Trafford di Manchester. Il teatro dei sogni ha l'onore di rappresentare la prima finale di Champions League tra due squadre italiane: la Juventus di Marcello Lippi, che si è laureata da poche settimane campione d'Italia per la 27esima volta nella sua storia, contro il Milan di Carlo Ancelotti che sta per portarsi a casa la Coppa Italia nella finale contro la Roma e che ha appena chiuso terzo in un campionato in cui i risultati sono stati deludenti nel girone di ritorno. La squadra rossonera ha una sola occasione per evitare di giocarsi i preliminari nel successivo agosto: quella di aggiudicarsi l'importantissimo torneo europeo. C'è un'assenza eccellente tra i freschi vincitori dello scudetto: Pavel Nedved, infatti, si è beccato da diffidato un ingenuo cartellino giallo nella semifinale di ritorno contro il Real Madrid quando il risultato era già sul 3-0 a pochissimi minuti dalla fine. Per il resto, giocano le formazioni migliori.

La posta in palio è ovviamente altissima e lo spettacolo ne risente: un gol annullato di Shevchenko per un fuorigioco attivo Rui Costa, un miracolo di Buffon su un tuffo di Inzaghi e un tiro di Del Piero riempiono i primi 45 giri di lancette: pochino. La ripresa, se possibile, è anche peggio: Antonio Conte colpisce una clamorosa traversa di testa, ma le varie sostituzioni non incidono e le squadre, tatticamente ordinate quanto impaurite, si punzecchiano senza mai affondare un colpo degno di tale nome. Insomma, è 0-0. I supplementari sono ad altissima tensione nervosa, ma a zero in quanto a bel gioco: nessuno si scopre (soprattutto il Milan rimasto in dieci per l'infortunio a Roque Júnior e si va ai rigori.

I terribili rigori di Juventus-Milan del 2003

Lippi compila la lista scegliendo Trezeguet come primo tiratore: Dida fa intuire subito quale aria tirerà, si getta in basso alla sua sinistra e dice di no. Per i rossoneri tira Serginho: la curva Juve alle spalle del brasiliano non lo spaventa e manda Buffon da una parte e la palla dall'altra. 1-0 Milan. Birindelli per la Juventus: sassata da terzino, Dida spiazzato. 1-1. Tocca a Seedorf: tiro insidioso, ma Buffon assume sembianze divine e vola a mezz'altezza alla sua destra, impattando il pallone e pareggiando il conto dei tiri. Ancora 1-1. Zalayeta partorisce un tiro debole e centrale che è facile preda del volo di Dida. Kaladze per il Milan: centrale, pauroso, Buffon con i piedi e fa saltare di gioia i tifosi alle sue spalle.

La Juventus invia in spedizione-rigore Montero: tiro che a far peggio bisogna impegnarsi, e che per un Dida in serata di grazia è quasi un passaggio. 1-1 apparentemente inscalfibile. Alessandro Nesta mette fine alla sequenza negativa nonostante Buffon l’avesse praticamente preso il pallone. 2-1 Milan. Il tiro di Del Piero vale già la Coppa, ma Dida è spiazzato e tutto rimandato all'ultimo rigore della serie che e capita sul destro di Shevchenko: l’ucraino con la faccia da bambino non chiude gli occhi e sceglie l'angolo giusto: 3-2.

Il Milan è campione d'Europa per la sesta volta della sua storia.

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