
“Spiaze” che la signora Inzaghi - sinceramente o un po’ ipocritamente, il dubbio resta - si mostri tanto rammaricata dell’addio all’Inter da parte del marito. Un’altra moglie forse al suo posto sarebbe entusiasta di sapere che, nei prossimi due anni, in casa arriverà dagli sceicchi dell’Al Hilal la sommetta di 50 milioni, risolvendo l’annoso problema di arrivare a fine mese e di mettere insieme il pranzo con la cena. Simone sarà infatti l’allenatore più pagato al mondo: contratto mostruoso mai ottenuto neppure da tecnici più vincenti di lui e che, magari, la Champions l’hanno vinta o quantomeno l’hanno persa giocando una finale gagliarda e non da spettatori come quella (non) disputata dai nerazzurri contro il Psg in vena di cinquina, anzi direttamente di tombola.
Nonostante ciò Gaia Lucariello, consorte del novello Simone d’Arabia, ci tiene a rendere pubblico il proprio struggimento. Con un post grondante emozione e un velato senso di rammarico: “La verità è che avrei voluto dirgli di restare. Avrei potuto insistere, ma quattro anni sono tanti, e non me la sono sentita. Avremmo voluto, sì, ma ogni ciclo ha un inizio e una fine. Come moglie, cerco sempre di dare i consigli giusti e oggi, anche se il cuore avrebbe scelto diversamente, il consiglio era di voltare pagina”.
Ma si può “voltare pagina” rinunciando ai toni melodrammatici? Giammai. Anzi, la signora Inzaghi spinge sull’acceleratore della melanconia dal sapore vagamente leopardiano: “Questi quattro anni con l’Inter sono stati magnifici. Questo addio pesa come un macigno. Porterò questi anni nel cuore, per sempre. Anche nostro figlio ha indossato per quattro anni la maglia dell’Inter, e questo ha reso il legame con questi colori ancora più profondo. Non è facile, per nessuno di noi. Nemmeno per il nostro piccolo, che lascia ciò che per lui è casa. La vita però va distinta dal lavoro, e oggi la strada ci porta altrove.
Ma un pezzo di cuore resterà qui. Sempre. Forza Inter. Sempre" (notare il doppio “Sempre” nella stessa riga). Della serie: quando lo sport diventa commozione. Che poi Simone e i suoi giocatori siano scesi in campo a Monaco reciprocamente consapevoli che il binomio Inzaghi-Inter era ormai alla frutta (non il massimo alla vigilia della partita più importante dell’anno) sembra essere un dettaglio…Ma per i tifosi nerazzurri probabilmente non lo è.
Di tutt’altro tenore l’”intervento” della moglie di Antonio Conte che, dall’alto del bus a zonzo per Napoli durante la festa per lo scudetto, aveva promesso a un tifoso che temeva di rimanere orfano di Antinio: “Cercherò di convincere mio marito a rimanere qui”. Promessa mantenuta; e, per fortuna, non rivendicata attraverso nessun post.
Ma i precedenti relativi alle “influenze” delle signore (mogli, fidanzate, compagne, amanti) sulle decisioni di illustri calciatori (come i fratelli Inzaghi) in tema di trasferimenti sono innumerevoli. Qualche esempio. Da Zidane che passò dalla Juve al Real su “pressione” della moglie Veronique, irritando non poco Gianni Agnelli che - narra la leggenda - chiese a Zizou: “Ma a casa comandi tu o tua moglie?”.
Più o meno la stessa domanda fatta da Silvio Berlusconi a Shevchenko quando Andrij preferì il Chelsea al Milan e il Cavaliere lo paragonò a un “cagnolino” agli ordini della moglie Kristen.