Le ragioni di un lutto al braccio

Per onorare le vittime del conflitto medio orientale, la nazionale inglese giocherà con il lutto al braccio contro l'Italia

Le ragioni di un lutto al braccio
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Per onorare le vittime del conflitto medio orientale, la nazionale inglese giocherà con il lutto al braccio contro l'Italia. Così è stato venerdì scorso nell'amichevole contro l'Australia, accompagnata da critiche per il divieto, deciso dalla federcalcio inglese, di illuminare l'arco di Wembley con i colori d'Israele, come, invece, era stato fatto per l'Ucraina, vietate le bandiere, palestinese e israeliana. Il lutto al braccio è una usanza che risale proprio alla società anglosassone, un ritratto del 1614, dedicato a Elisabetta Stuart, regina di Boemia, mostra la nobile con una banda nera al braccio sinistro per la morte del fratello Henry Frederick, principe di Galles. Gran parte della popolazione americana, nel periodo della depressione economica, non avendo i denari per comprare abiti scuri per celebrare il lutto, prese a indossare un pezzo di stoffa nera cucita ai vestiti. Lo sport ha mutuato vari segni di rispetto, il minuto di silenzio e forme di protesta civile, come l'inginocchiamento dei black lives matter.

La prima partita contro gli inglesi risale al 1933, giocata a Roma, la nazionale del regno seguì l'inno italiano tendendo il braccio con il saluto fascista. Cinquant'anni fa, un giornale londinese titolò «Stasera sessantamila inglesi contro undici camerieri». Il gol della vittoria di Fabio Capello salutò il popolo inglese e chiuse il ristorante di Wembley.

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