Calderoli «Sì al decreto solo se il pattume resta al Sud»

I rifiuti di Napoli? «O nel decreto c’è scritto che potranno essere portati solo nelle regioni confinanti alla Campania, in modo che restino lì, oppure il decreto non passerà». Parola del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che ha affidato il suo pensiero alla «Padania».
E ieri proprio sulla questione rifiuti ha dovuto rispondere ai pm il governatore campano Stefano Caldoro: un faccia a faccia di due ore, risposte puntuali con dati alla mano «con riferimenti documentali, cifre sull’andamento dell’emergenza rifiuti a Napoli negli ultimi 9 mesi». Poi la consegna di una relazione sulla vicenda, seguendo una linea cronologica degli avvenimenti.
Indagato per epidemia colposa dalla Procura partenopea, il presidente ha incontrato il pm Francesco Curcio e l’aggiunto Francesco Greco; ha assistito il procuratore Giovandomenico Lepore. Caldoro ha spiegato che, nell’inviare fuori provincia la spazzatura napoletana, si è attenuto all’accordo stipulato il 4 gennaio scorso tra gli enti locali e il governo.

«Il governatore - ha sottolineato l’avvocato Alfonso Furgiuele - è riuscito a fare in modo che i presidenti delle province di Avellino e Benevento accettassero di ricevere quantitativi leggermente superiori rispetto a quelli decisi il 4 gennaio, ma non ha potuto imporre il trasferimento in quegli impianti di tutta la spazzatura napoletana. In quel modo, infatti, si sarebbe risolto il problema nel capoluogo, ma lo si sarebbe creato in altre province».

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