Non cè dubbio: il Calendario Pirelli di questanno ha fatto parlare. Soprattutto su questo Giornale, dove ancora ieri Mario Capanna è tornato sugli scatti 2010 del Cal finendo però - come recita il titolo della sua rubrica - un po sottosopra. Parere personale, per carità. Così come ribadisco che certe immagini - creste di gallo e banane leccate voluttuosamente - fanno fare una salto indietro verso il camionismo Anni 60, e su questo con Capanna siamo daccordo. In pratica: più che di una «pop art» si tratta di un «pop hard» bello e buono.
Però, detto questo, trovo un po sottosopra il resto del concetto. Perché tirare in ballo - per esempio - il femminismo, alla presenza di modelle che spasimano per essere delle donne oggetto (con lo scopo di diventare donne soggetto, per carità) ribalta un po i termini della questione. E poi, va bene prendere come esempio lintelligenza di Monica Bellucci: ma la foto che tempo fa la ritraeva nuda e teneramente abbracciata con laltrettanto nuda Sophie Marceau con lunico scopo di lanciare un film, non aveva proprio nulla di seducente. Arrapava e basta. Daltronde come il Pirelli Cal 2010, secondo Capanna. Ma io dico: di questi tempi possiamo ancora scandalizzarci? Basta aprire un giornale nellera dei trans per capire che lordine dei fattori ormai è cambiato: la vera trasgressione ormai non è certo la foto di una donna nuda, ancorché un po al limite. Così il Cal è quello che è: tecnicamente bellissimo, discutibile nella sostanza e nel vero senso del termine. E dunque discuterlo non è peccato, sempre che non si tirino fuori vecchi stereotipi, anche quelli sì un po da politica Anni 60.
Che centra ad esempio quanto ha speso Marco Tronchetti Provera per loperazione? Premesso che ognuno di noi con i propri soldi fa quello che vuole (e aggiungendo, a scanso di equivoci, che il sottoscritto era uno degli ottocento invitati alla festa dellOld Billingsgate dalla quale è uscito col Cal in mano e senza vergognarsi neanche un po), se Capanna avesse letto unanalisi sul fenomeno fatta tempo fa dal Sole 24 Ore, avrebbe scoperto che quanto investito sul Calendario torna alla Pirelli moltiplicato per dieci. Lo so: unoperazione molto capitalista, ma sicuramente un affare.
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