Camalli contro le tv: picchiati due cameraman

Camalli contro le tv: picchiati due cameraman

(...) Le telecamere sono state prese a calci, una è stata rubata. Pare che i vertici della Culmv avessero avvertito le televisioni nazionali che, considerata la tensione, fosse meglio non avvicinarsi al feretro per non rischiare di essere aggrediti. Previsione che si è avverata. Mauro Grasso, il cameramen di Telegenova, è uscito dall’ospedale con la mano destra fasciata e una prognosi di 5 giorni per contusioni e ferite. Con lui, al momento dell’aggressione, c’era la giornalista Licia Casali e la troupe di Primocanale. «Grasso - raccontano a Telegenova - è stato circondato e sbattuto a terra, poi colpito ripetutamente con calci e pugni, subendo inoltre il furto della telecamera». «Le troupe televisive sono fatte da lavoratori come le squadre di portuali che scaricano le navi» aggiungono a Primocanale.
La pensa così anche il sindaco. «È una guerra tra poveri - ha detto Marta Vincenzi - Quando manca la solidarietà nel mondo del lavoro non è mai un bel segnale». L’ordine e il sindacato dei giornalisti, ligure e nazionale, hanno rivolto un appello a prefetto e questore perché episodi del genere non si ripetano. «Già venerdì, dopo l’invito a non fare fotografie da parte del sindaco Marta Vincenzi, i colleghi fotogiornalisti erano stati allontanati dal corteo dei portuali. Ribadiamo la nostra solidarietà al mondo del lavoro per le gravi tragedie che lo hanno colpito, ma chi si è reso protagonista dell’aggressione alle troupe, probabilmente lavoratori portuali, ha violato le normali regole di vita civile. Rifletta su quanto accaduto anche la sindaco, in relazione all’episodio che l’ha vista protagonista venerdì». E agli operatori delle tv feriti è arrivata la solidarietà di autorità (a partire dal presidente del Porto, Luigi Merlo) e sindacati (con in testa la Uil).
A Staglieno, migliaia di persone hanno atteso in silenzio il feretro. L’unico stendardo comparso accanto al feretro è stata la bandiera rossa della Culmv listata a lutto. I portuali hanno salutato con un lungo applauso l’arrivo della bara ricoperta di rose rosse e blu che è stata posta temporaneamente nella cappella in attesa della cremazione. C’erano lavoratori dei principali porti italiani, oltre ai colleghi della Culmv. La compagna di Cannonero, Rosanna Piromalli, si è avvicinata a Bertinotti (Cannonero era iscritto a Rifondazione), lo ha preso sotto braccio e lo ha accompagnato al registro delle presenze. Ha quindi dato il suo assenso a un breve discorso del presidente della Camera. «È un dolore intollerabile perché Fabrizio è morto in un modo che ci offende, il lavoro dovrebbe dare dignità, essere uccisi sul lavoro è proprio una condizione insopportabile» ha detto Bertinotti. La compagna di Cannonero ha dedicato il lutto ai lavoratori portuali e ha indossato un giubbotto giallo fosforescente da lavoro che le è stato donato, poi si è sfogata: «Basta prendersela con i portuali, sono gli armatori a fare un lavoro di m...». C’era poi la madre di Fabrizio, che per un incidente sul lavoro ha perso anche il marito, anche lui lavoratore della Culmv.
Dopo la cerimonia le città portuali italiane, riunite a Tursi, hanno siglato un protocollo sulla sicurezza. Tutta Genova ieri era in lutto con bandiere a mezz’asta e saracinesche dei negozi abbassate.

La Provincia ha annunciato che una quota dell’indennità di carica del presidente Repetto e di tutti gli assessori sarà devoluta alla famiglia di Cannonero. Il pm Pier Carlo Di Gennaro, titolare dell’inchiesta sulla morte del portuale, ieri si è recato a bordo della nave dove è avvenuto l’incidente per una simulazione.

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