Sabrina Cottone
Il progetto non è da poco e Letizia Moratti lo rivela davanti alle telecamere. «Mi piacerebbe che Milano diventasse un faro nel mondo» dice a Telereporter nella sua prima intervista televisiva da sindaco. La signora pensa in grande ma la frase non tradisce megalomania, semmai il desiderio di ridare alla città un ruolo chiave in Italia e anche all’estero, di farla tornare a essere capitale. Un’occasione da non perdere sono le Olimpiadi 2016. Appena eletta, conferma quel che aveva detto più volte in passato: «Mi batterò perché siano ospitate a Milano, così da avere fondi romani per gli impianti sportivi». Niente da dire, almeno per il momento, sulla vendita di San Siro: «È un tema che non ho ancora preso in esame». Giacca rossa con i revers profilati in bianco, sfoggia una bella, insolita scollatura e grande fair play istituzionale. Pensa di non personalizzare l’ufficio da sindaco (fatto ristrutturare da Albertini proprio dall’architetto di casa Moratti), ma porterà le foto dei suoi familiari e in cornice metterà un’altra immagine cara, che la ritrae insieme con l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. «Mi aspetto non soldi ma rapporti di collaborazione con il governo Prodi sul corridoio cinque e Malpensa» precisa. E ringrazia Bruno Ferrante per le gardenie e le congratulazioni che le ha mandato lunedì mattina a casa: «Bellissimi fiori, li preferisco alla telefonata».
Pur concentrata sui massimi sistemi, non disdegna di pensare alle cose di ogni giorno, come il parcheggio che angoscia molti milanesi. Così eccola annunciare che il modo in cui sono state dipinte le strisce gialle e blu non le sembra «molto razionale», che va modificato soprattutto vicino a ospedali, asili e scuole: «Rivedrò completamente il piano, in modo da allargare le strisce gialle anche ai parenti dei residenti o a categorie come artigiani, medici, mamme che accompagnano i figli». Conferma che le tariffe dei mezzi pubblici rimarranno bloccate. Ammette candida: «Non so che cosa sia un videofonino». Ma andrà avanti con la videosorveglianza: «Metterò le mille telecamere previste».
Nella Milano dell’era Moratti l’attenzione all’urbanistica è assicurata. Il sindaco non nasconde perplessità su progetti in corso o già realizzati come la vecchia Fiera e piazzale Cadorna. La prima opera a finire sotto il suo garbato tiro è l’Ago e Filo, il monumento multicolore al mondo milanese della moda creato da Claes Oldenburg e inaugurato nel 2000 e che fa da pendant alle colonne rosso fiamma della stazione progettata da Gae Aulenti: «In assoluto Ago e Filo mi piacciono, ma contestualizzati in quella piazza mi piacciono meno. Li vedrei meglio in un parco».
Non la convince del tutto nemmeno la vecchia Fiera, la piccola New York dai grattacieli svettanti dei tre tenori Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid: «Mi piace ma deve essere inserita nella città con rispetto. Può essere che ne rivedrò il progetto». E ha qualcosa da dire anche sulla collocazione di carcere di San Vittore in centro. «Non mi convince» ammette, riaprendo la strada al suo trasferimento altrove e chissà, all’arrivo di un museo tra quelle mura.
«Cercherò il rapporto con la città» dice. Conta di stabilire buoni rapporti con i nove consigli di zona, promette che andrà personalmente e che convocherà due consigli comunali straordinari aperti ai consiglieri di zona, uno in autunno e uno in primavera, per la previsione e l’assestamento di bilancio. L’importanza del decentramento è stato uno temi della lunga, faticosa campagna elettorale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.