Il cambio euro-dollaro vicino alla parità iniziale

Ieri ha oscillatto attorno ai 1,1750, ai minimi degli ultimi due anni. Un aiuto per l’export Ue

da Roma

L’euro continua a mantenersi sui minimi degli ultimi due anni rispetto al dollaro. Incominciato con l’esito controverso delle elezioni in Germania, il ribasso della moneta unica si è accentuato dopo l’inzio dei disordinini in Francia e le pressioni dei ministri finanziari europei sulla Bce perché Francoforte non aumenti i tassi. Alcuni analisti sostengono che i gravi fatti di Parigi siano conseguenza della crescita anemica di Eurolandia, e che i governi potrebbero essere tentati dal ritorno al deficit spending, abbandonando del tutto le politiche di contenimento del disavanzo.
A influenzare i mercati valutari anche le aspettative degli operatori sulle prossime mosse della Riserva federale Usa e della Banca centrale europea. Ieri, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet e il presidente della Banca centrale tedesca Axel Weber hanno messo in guardia dal pericolo di un rialzo dell’inflazione. «I rischi per la stabilità dei prezzi - ha detto Weber - sono aumentati in maniera notevole nelle ultime settimane: abbiamo un’abbondanza di liquidità, che segnala pericoli molto forti di inflazione nel medio-lungo termine». Inoltre, secondo Weber, lo choc petrolifero è visto come «permanente». E Trichet ha confermato che, sul fronte dei tassi d’interesse, la Bce «può muoversi in ogni momento». Difficile tuttavia che la Banca centrale di Francoforte agisca con una manovra restrittiva proprio nel momento in cui l’economia europea mostra chiari segni di ripresa, anche se alcuni componenti del Consiglio direttivo - e Weber è probabilmente fra questi - premono per una politica monetaria non più neutrale. Sul fronte opposto, i ministri delle Finanze, i sindacati e le organizzazioni degli imprenditori fanno fronte comune per chiedere alla Bce di non aumentare i tassi, tarpando le ali alla ripresa. Il differenziale fra i tassi Usa e quelli europei fa il resto.
Sull’onda delle dichiarazioni dei vertici Bce, e delle aspettative dei mercati sui tassi d’interesse, il cambio ha oscillato ieri intorno ai 1,1750 dollari e ai 137,70 yen per euro.

Siamo ormai giunti a un livello che si avvicina molto alla parità iniziale fra euro e dollaro al momento del lancio della moneta unica sui mercati finanziari, il 1° gennaio ’99; e che aiuta le esportazioni del Vecchio continente, finora frenate dal «supereuro».

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