La Camera consegna ai pm di Palermo i nastri di Romano, accusato di mafia

La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la proposta del relatore Roberto Cassinelli (Pdl) di dire no all’uso delle intercettazioni dell’ex ministro Saverio Romano avanzata dalla Procura di Palermo che lo indaga per concorso esterno in associazione mafiosa. A favore di questa proposta hanno votato il Pdl e il radicale Maurizio Turco. Contro, e dunque con il centrosinistra, si è espressa la Lega. E così il via libera è passato con i nove «sì» di Pd, Idv, Lega, Fli. L’Udc, invece, si è astenuto. Cambiato anche il relatore: al posto di Cassinelli è stata nominata la Pd Marilena Samperi. Il terzo polo, insomma, si è diviso sul via libera all’uso delle intercettazioni per l’ex ministro. La Lega Nord ha anche questa volta assunto il ruolo di ago della bilancia. Caustico il commento dell’Idv Federico Palomba: «L’uscita di Berlusconi dalla stanza dei bottoni ha affrancato la Lega che, finora, aveva fatto blocco consentendo la peggior prassi di salvataggio della Casta inquisita e di leggi ad personam». E pronta la replica di Romano: «Tirare in ballo Berlusconi e la vecchia maggioranza ed il voto della Lega come rottura del patto di impunità è veramente poco serio. L’onorevole Palomba manca di obiettività e serietà.

Egli sa che la richiesta di autorizzazione riguarda delle telefonate intercorse nel 2003-2004 tra me e il professor Lapis che dimostrano, alla semplice lettura, l’assoluta trasparenza del rapporto e che il sottoscritto all’audizione della Giunta aveva sottolineato che nonostante l’evidenza del fumus persecutionis la unica preoccupazione era quella che il diniego della richiesta di autorizzazione sarebbe stata interpretata come professione della casta e quindi aveva concluso chiedendone l’uso».

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