Camera, via libera al decreto legge su Alitalia

Il provvedimento, che scade la prossima settimana, adesso torna al Senato. Montecitorio, su proposta dello stesso governo, ha cancellato la cosidetta "norma salva manager" ed ha aumentato da uno a tre euro l’addizionale sulla tassa d’imbarco

Camera, via libera al decreto legge su Alitalia

Roma - È stato approvato in aula alla Camera il decreto legge Alitalia con 285 voti a favore, 238 contrari e tre astenuti. Adesso il provvedimento, che scade prossima settimana, torna al Senato. L’assemblea di Montecitorio, su proposta dello stesso governo, ha cancellato la cosidetta norma salva manager ed ha aumentato da uno a tre euro l’addizionale sulla tassa d’imbarco. Una tassa con obiettivi di solidarietà come l’ha definita il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che andrà a sostegno del reddito e della riqualificazione del personale in esubero.

Gli interventi previsti Il decreto prevede una serie di interventi: agevolazioni per la raccolta dei cosiddetti fondi dormienti. Il limite, fino al 30 giugno 2009, alle deroghe sulle norme antitrust. Una norma salva-precari che permette alla nuova Alitalia (o le società che ne rileveranno gli asset) di assumere lavoratori a tempo determinato, in deroga alle norme vigenti che impediscono nuove assunzioni per le aziende che usufruiscono della cassa integrazione. La possibilità per i lavoratori in cassa integrazione che trovano lavoro da un’altra parte di poter usufruire di nuovo della Cigs per l’Alitalia, che dura quattro anni, se, nel frattempo, perdono il nuovo lavoro. Critiche le opposizioni.

Critiche dall'opposizione Per il Pd ed anche per l’Udc il decreto è "un abito confezionato su misura per la Cai" ed i costi "vengono scaricati sulla collettività". Durissimo Di Pietro, che parla di una nuova Tangentopoli ed accusa il governo di "averla affossata e data a 18 furbetti".

Maggioranza compatta Compatta invece la maggioranza nel difendere la strada intrapresa del governo per salvare l’Alitalia mantenendo la compagnia di bandiera.

La Lega avrebbe voluto un emendamento in favore di Malpensa ma la fiducia non ha consentito al governo di introdurre ulteriori modifiche. Per questo il Carroccio ha ricordato che non bisogna abbondonare il principale scalo milanese. 

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