Nelle scuole si pensa al futuro, alle iscrizioni per il prossimo anno scolastico che, come al solito, dovranno essere raccolte entro gennaio 2006. Operazione affidata alla scelta dei genitori, sia per le classi del primo sia del secondo ciclo.
Per questo da qui a Natale un po dovunque sono organizzate giornate di «scuola aperta» per cercare di dimostrare quel che di meglio si fa in ogni istituto. Una vera e propria azione promozionale come in una qualsiasi azienda che vuol lanciare il proprio prodotto. La scelta più difficile resta quella del corso di studi delle superiori. Per aiutare le famiglie la Provincia rilancia Iter, vademecum in cui si indicano le scuole disponibili e per ciascuna gli indirizzi offerti. Uno strumento di orientamento che prescinde dalle linee della riforma che partirà solo dallanno scolastico 2007-2008.
Lo stesso testo della riforma impone peraltro una scadenza fondamentale: entro la fine dellanno la Regione dovrebbe predisporre il piano delle reti di scuole in base al nuovo sistema dei licei in modo da assicurare che su ogni territorio siano rappresentati tutti gli indirizzi. Una scadenza che tuttavia ben difficilmente potrà essere rispettate: loperazione è assai complessa e non risulta che finora nessuno si stia organizzando per avviarla.
Resta lincognita dei corsi triennali che a Milano e in Lombardia sono stati avviati da un paio danni per creare un alternativa ai licei, per chi non sembra pronto per seguire un corso di studi normale.
La Regione, coinvolta nellattuazione di questi corsi in collaborazione con istituti tecnici e professionali statali, assicura che lesperienza continuerà. Anche se il Miur, dopo gli accordi assunti con la Conferenza Stato enti locali, ha escluso che si intendano far partire nuove sperimentazioni del cosiddetto doppio canale. Più definita la prospettiva per la scuola del primo ciclo. Le opzioni offerte alle famiglie sono tre: 27 ore settimanali obbligatorie, oppure 30 (con 3 ore opzionali), oppure 40, vale a dire un servizio mattino e pomeriggio.
Non si può più parlare di tempo pieno così come si intendeva a Milano: già dallo scorso anno, infatti, per rispondere alla domanda delle 40 ore settimanali che ormai coinvolgono il 90% delle classi, sono state eliminate le cosiddette compresenze, ossia la possibilità che ogni classe avesse a disposizione due insegnanti contemporaneamente per tre ore settimanali in modo da formare gruppi di lavoro anche con alunni di classi diversi a seconda degli interessi, delle attitudini, della preparazione. Questo non è più possibile nelle attuali prime classi elementari e in molte seconde.
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