Campagna elettorale negli uffici del municipio

L’incontro verbalizzato dal vigile di servizio

Le elezioni si avvicinano e la campagna elettorale si fa sempre più incalzante. Il tempo stringe e questo, talvolta, può giocare brutti scherzi. Ne sa qualcosa il direttore del XVII municipio Armando Alessi, «colto sul fatto» dalla consigliera di maggioranza dello stesso municipio, Rosita Torre, mentre era nel pieno di una riunione elettorale, nei locali del parlamentino, per fini non istituzionali e a mandato del Consiglio ormai scaduto. Almeno è questo che la Torre ha messo nero su bianco in una denuncia presentata in Procura per sottolineare il singolare comportamento del funzionario.
Nell’esposto, la consigliera racconta cosa accadde lo scorso 15 maggio quando chiese invano di essere ricevuta dal direttore per parlare di alcune questioni che avevano a che fare con il suo mandato di portavoce del presidente del municipio. Quel giorno le due segretarie di Alessi le dicono che il direttore è impegnato in una riunione. Lei decide di aspettare e nota un certo imbarazzo sul volto delle segretarie quando avvertono il presidente della sua presenza. «L’Alessi - si legge nella denuncia - dopo aver cercato di indirizzarla telefonicamente all’Economato, constatata la sua determinazione ad aspettare, usciva dalla propria stanza dicendosi disponibile ad ascoltare il suo problema». Proprio in quel momento nella segreteria dell’ufficio del direttore arrivano, guarda caso, anche la candidata del centro-sinistra Antonella De Giusti e il consigliere della Margherita Alberto Del Gobbo. «I due - scrive la Torre - davano a vedere palesemente di essere attesi per prendere parte alla riunione». Alessi, infatti, li invita ad entrare nella sua stanza. Quell’incontro imprevisto non convince affatto la consigliera, che non ha alcuna intenzione di farsi i fatti suoi. Al contrario, Rosita Torre vuole approfondire la questione. Per farlo chiama il vigile di servizio al municipio e gli chiede di accertare e verbalizzare quanto stava accadendo.
Non contenta chiama al telefono, per lo stesso motivo, anche i carabinieri di zona. La questione, insomma, si fa seria. Con il vigile accanto, a questo punto, la combattiva consigliera entra nell’ufficio di Alessi per verificare se i suoi sospetti sono fondati: effettivamente in quella stanza si sta svolgendo una riunione. Seduti intorno a un tavolo, oltre al direttore, ci sono le coordinatrici delle scuole materne del municipio, la candidata presidente, De Giusti, il consigliere Del Gobbo e la dirigente dell’ufficio scuola del municipio. «Le rimostranze della scrivente - si legge ancora nell’esposto - circa la legittimità della riunione, che tutto faceva pensare fosse di tipo elettorale, trovavano ampia conferma nelle affermazioni delle coordinatrici e della dirigente dell’ufficio scuola che, nell’intento di scusarsi, affermavano di essere presenti solo per il fatto di essere state convocate dall’Alessi». Il blitz organizzato dalla Torre viene mal digerito dal direttore del municipio, che cerca di intimidire la consigliera dicendo che l’avrebbe denunciata per interruzione di pubblico servizio. L’atmosfera si fa sempre più tesa, qualcuno alza la voce. Rosita Torre, però, non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. Così Alessi è costretto a congedare la riunione dicendo alle coordinatrici che si sarebbero «sentiti in seguito». Poi si chiude dieci minuti in ufficio con la De Giusti e Del Gobbo. Quando al municipio arrivano i carabinieri ormai la riunione è stata sciolta e i militari non possono più fare accertamenti.

Rimane il rapporto del vigile, sulla base del quale la consigliera decide di formalizzare la denuncia contro Alessi, che come direttore ha soltanto poteri burocratici e amministrativi e non i titoli per svolgere attività riconducibili alla sfera politica. Nell’esposto Rosita Torre chiede ai magistrati se tutto ciò possa avere una qualche rilevanza penale.

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