La questione degli ascensori bloccati è risolta. Ci ha pensato il Comune a dirimere lemergenza, trovando i 500mila euro necessari per riaccendere gli interruttori e far ripartire le cabine. Cè riuscito lavorando gomito a gomito con la società Equitalia, che ha deciso di assumersi lonere di finanziare gli interventi di manutenzione. E si è mosso in silenzio, senza dare nemmeno un cenno di risposta alle polemiche che, per tutto il giorno, hanno additato il Campidoglio come lunico responsabile del blocco negli immobili dellAter. Una lettura parecchio viziata e poco verosimile quella proposta in tutte le salse dallopposizione, visto che il provvedimento di stop è partito direttamente dalla scrivania di Luca Petrucci, presidente dellex Iacp. Che da una parte ha parlato di «atto dovuto a seguito dellingiunzione contenuta nellatto di pignoramento» e di una forma di rispetto «delle decisioni dellautorità giudiziaria». E dallaltra, come rilevato da Marco Visconti, presidente della commissione Patrimonio, ha «screditato i giudici stessi approvando in data 27 giugno una spesa di 33mila euro per inviare una letterina agli inquilini dellAter» per avvisarli. Cifra che, paradossalmente, sarebbe bastata per mantenere il servizio attivo per altri dieci giorni, allargando la forbice temporale per raggiungere un accordo sul piano politico ed evitare tutti questi disagi agli inquilini.
Un atteggiamento, quello di Petrucci, che in qualche modo ricalca quello del nuovo assessore regionale alla Casa Mario Di Carlo. Di recente molto critico nei confronti del Campidoglio per avere mantenuto sotto pignoramento i conti Ater, una decisione questa del tutto inevitabile per non dovere incorrere nelle attenzioni della Corte dei Conti, e ieri subito in prima linea nel rivendicare i meriti suoi e della giunta Marrazzo in vista di un probabile quanto imminente accordo con il Comune stesso.
Quello che conta, a ogni modo, è che ieri sia arrivata la fumata bianca per la riattivazione del servizio «strumentalmente e improvvidamente bloccato ai danni dei cittadini, soprattutto quelli più deboli, dal presidente Petrucci», come ha rimarcato Alfredo Antoniozzi, assessore comunale al Patrimonio e alle Politiche abitative. Ma che una soluzione fosse già nellaria era chiaro già dalla mattina, quando Gianni Alemanno aveva assicurato: «Stiamo cercando risorse specifiche per far riprendere la manutenzione. Non è accettabile che in questo contenzioso così complesso e difficile a pagare siano i più deboli». Insomma, il Campidoglio ha risposto con i fatti, mentre la Pisana non è andata oltre le risoluzioni. È questo in estrema sintesi il pensiero del consigliere regionale di An Francesco Lollobrigida: «Il sindaco di Roma - si legge in una nota - ha trovato una soluzione. Alla Regione, che è proprietaria degli impianti, ho chiesto che si facesse garante per la loro immediata riattivazione, ma lappello è caduto nel vuoto della demagogia e della strumentalizzazione».
Ieri intanto, nelle zone colpite dal provvedimento, si sono ripetute le stesse scene spiacevoli di lunedì: anziani costretti a rimanere in casa, difficoltà nel procurarsi da mangiare e nel ricevere le prestazioni mediche.
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