Il campionato «Del Pero»
27 Giugno 2005 - 00:00Un diario dellultimo campionato di calcio. Presentato così, «Del Pero e gli altri», il libro appena sfornato da Armenia Editori per la collana «Eco Sport», farebbe pensare allennesima banalità di cui già straboccano gli scaffali delle librerie, in particolare quelli contenenti i libri di sport (la cui originalità sta spesso a zero). Il volume in questione è invece quanto di più gradevole un appassionato di football possa mettersi a leggere questestate sotto lombrellone, a qualsiasi fede calcistica appartenga. Leggere o, semplicemente, limitarsi a guardare le figure, perché lidea escogitata da Fabio Ravezzani (deus ex machina dei fortunatissimi programmi sportivi di Telelombardia e Antenna 3) e Valerio Marini (vignettista dalla matita intelligente e che molti avranno visto allopera proprio su A3) è stata infatti double-face: raccontare la stagione 2004/05 con oltre un centinaio di disegni, ciascuno accompagnato da una paginetta di testo. Ne è scaturita unopera non solo inedita, ma soprattutto (ed è laspetto più interessante) che si fa sfogliare con estrema piacevolezza e che non necessariamente deve essere letta dalla prima allultima pagina: per apprezzarla è sufficiente aprire infatti una pagina a caso e buttare locchio sulla prima vignetta che vi capita. Riderete senzaltro, e di sicuro passerete il libro al vostro vicino di sdraio affinché rida pure lui. Perché le vignette di Marini sono troppo spiritose, così come sono altrettanto gustosi (oltre che ricchi di informazioni per coloro a cui piace almanaccare) i commenti di Ravezzani.
Si va dalla bellona in minigonna disegnata di terga e il passante di turno, attirato dal bel posteriore, che pensa «Questa devessere la famosa zona Cesarini del Milan...», passando per un calciobalilla con i poliziotti in assetto anti-sommossa al posto dei giocatori e la dida «tolleranza zero» per documentare il cambio di rotta del governo sulla violenza negli stadi, oppure dalla bottiglia di «Amaro Luciano» fino al pianto post Istanbul di Galliani con le grandi orecchie della Champions al posto di quelle vere. Ma raccontarle non basta: bisogna vederle!
Commenti