Controcultura

Canaletto indaga, a colpi di quadro, nei torbidi segreti della Serenissima

Festini, superstizioni, vaiolo e spie Il nuovo romanzo di Matteo Strukul porta il lettore nei luoghi più oscuri della città lagunare del secolo dei lumi

Canaletto indaga, a colpi di quadro, nei torbidi segreti della Serenissima

Siamo a Venezia, nell'anno del signore 1725. Mentre un'epidemia di vaiolo miete vittime tra la popolazione, in uno degli inverni più rigidi che la laguna ricordi, una donna viene trovata con il petto squarciato, e il cuore strappato, nelle acque gelide del poverissimo Rio dei Mendicanti. È solo l'inizio di una scia di sangue che le autorità di una Serenissima, sempre più fragile, faticano a capire e contenere. Intanto il popolo reclama un colpevole e si prepara a colpire, senza nessuna prova, gli ebrei del Ghetto. In un clima di crescente tensione, Giovanni Antonio Canal (1697-1768), detto Canaletto, viene convocato dagli Inquisitori di Stato, insospettiti da una sua recente opera, che rappresenta, con crudo realismo, proprio il Rio dei Mendicanti. Perché un famoso pittore ha dipinto quel luogo malfamato: c'è forse un legame tra l'artista e l'omicidio?

Mentre, preoccupato , sta lasciando il Palazzo Ducale, Canaletto viene fermato e portato al cospetto del doge, anche lui interessato alla famosa tela , il Rio dei Mendicanti. Il dominus di Venezia, però, ha delle domande ben più specifiche dei suoi inquisitori. Nel dipinto c'è qualcosa che, se rivelato, potrebbe mettere in grave imbarazzo un'importante famiglia del patriziato cittadino: un nobile, ritratto in uno dei luoghi più popolari e plebei di Venezia. Perché mai si trovava in un posto simile? Canaletto riceve dal doge l'ordine di scoprirlo. Un indagine segreta, e senza mandato, di cui il pittore deve riferire solo e direttamente a lui.

La caccia al nobile misterioso, affetto da una leggera zoppia, porta Canaletto a frequentare gli ambienti in cui opera un illustre cortigiana, festini segreti in cui sembrano consumarsi ancheoscuri riti, e nei quali si aggirano figure, dal passato misterioso. C'è tutto questo nel nuovo romanzo storico di Matteo Strukul di cui in questa pagina, per gentile concessione dell'editore vi anticipiamo uno stralcio. Si intitola Il cimitero di Venezia (pagg. 320, euro 9,90) , sarà in libreria da domani ed è un racconto corale che accompagna il lettore nella Serenissima che si avvicina al finire del suo splendore. Il personaggio di Canaletto che, probabilmente tornerà anche in altre indagini partorite dalla mente di Strukul, è tratteggiato con precisione ed attenzione alle fonti. Ma il meglio del romanzo è dato dai personaggi secondari che gli si muovono intorno. Danno spessore a tutta la narrazione.

A partire da Owen McSwiny, impresario teatrale e mercante d'arte irlandese, e dal feldmaresciallo Johann Matthias von der Schulenburg che furono tra i primi promotori del pittore.

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