Sabrina Cottone
È tutto nelle mani di Silvio Berlusconi, che sarà a Milano anche oggi per essere presente all’inaugurazione della Cinecittà lombarda. Il presidente del Consiglio è al lavoro sulle candidature e i casi milanesi lo toccano da vicino, così se ne occuperà anche nelle ultime ore in Italia prima della partenza per gli Stati Uniti. Le questioni da risolvere non sono poche: c’è Formigoni che vuole candidarsi alle politiche, poi la vicenda Colli, l’ex presidente della provincia della Cdl al momento candidata a sindaco contro Letizia Moratti. E infine il mini rebus Tremonti, il ministro dell’Economia che vorrebbe correre alla Camera e che invece Berlusconi vorrebbe come capolista del Senato. Le soluzioni definitive, comunque, sono attese per il prossimo fine settimana, dal momento che le liste saranno chiuse lunedì 6 marzo.
Berlusconi e Formigoni si sono incontrati ieri, «lontani dai riflettori» come racconta il presidente della Lombardia, che ha proposto ancora una volta al leader di Forza Italia di correre nelle liste azzurre al Senato. Il governatore, che in un’intervista al Corriere ha ribadito di poter essere «la quarta punta» della Cdl (ovvero il quarto attaccante accanto a Berlusconi, Fini e Casini), non ha incassato né un sì né un no definitivo, ma alla fine del faccia a faccia esterna ottimismo: «Si va verso la soluzione indicata da me. Il premier sta studiando personalmente le liste, che saranno aperte, e sta meditando importanti novità». E annuncia: «Ci sarà qualche colpo di scena».
Un primo stop arriva dalla Lega. «Formigoni è un buon presidente della Regione e continui a fare quello che fa» dice l’ex ministro e coordinatore delle segreterie nazionali lumbard, Roberto Calderoli. E spiega: «Non vedo perché i cittadini lombardi, dopo che hanno votato meno di un anno fa debbano essere chiamati a fare la stessa cosa quest’anno». La questione è che candidare Formigoni significherebbe aprire una crisi in Regione e anche i vertici di Forza Italia conoscono benissimo le implicazioni negative di un eventuale nuovo voto per il Pirellone. Così, anche se Formigoni non demorde, la soluzione potrebbe essere quella di far entrare in lista un maggior numero di uomini vicini al governatore. Lo schema più probabile è il due più due: oltre agli uscenti Maurizio Lupi e Adriano Paroli, le new entries sarebbero Maurizio Bernardo e Alberto Guglielmo.
Un posto riservato è invece quello di Ombretta Colli al Senato, nel caso in cui lei rinunci a correre alle amministrative. Un ritiro al ballottaggio, con un sostegno alla Moratti al secondo turno, rischia di diventare pericoloso per la Cdl, che storicamente non è mai stata avvantaggiata dai ballottaggi. In realtà anche qui la questione non è ancora risolta, perché la Colli ha chiesto anche un ruolo nella futura giunta comunale e garanzie per due suoi uomini.
Qualcosa da dire ha anche Giulio Tremonti.
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