Pare sia questo il dilemma più spinoso del futuro candidato sindaco dei moderati (e di chi lo deve individuare, soprattutto): meglio puntare a intercettare voti solo a destra snobbando i potenziali elettori di sinistra? O magari non sarà meglio, per sperare di insediarsi a Palazzo Tursi, impegnarsi a pescare anche una certa quota di consensi a sinistra? Se proviamo a girare il quesito al senatore Giorgio Bornacin, 60 anni, la maggior parte dei quali trascorsi in prima linea in politica, prima nel Msi, poi in An e attualmente, convintamente nel Pdl, ebbene, Bornacin la prende «da tutto un altro punto di vista».
Che fa, senatore, anche lei sedotto dal terzo polo?
«Per niente! Il dilemma di cui si parla è un falso scopo. La mia terza via, chiamiamola così, mi sembra la più adeguata per vincere alle comunali del 2012. E presuppone un candidato in grado di compattare tutto il centrodestra. Ma intendiamoci...».
Appunto: intendiamoci.
«... quando parlo di centrodestra, voglio dire non solo quello composto da chi è impegnato politicamente, il vertice, ma tutto il popolo dei moderati».
Così si snobba la sinistra.
«Questo è un altro discorso. Io non dico che bisogna fermarsi a Pdl e Lega, tanto per schematizzare».
Invece qualcuno sostiene che per vincere bisogna sfondare a sinistra.
«Se si pensa agli elettori dellUdc o dellex Margherita, mi sta bene. Insomma, se si aggiungono altri che condividono il programma, va benissimo. Ma se qualcuno pensa al Pd, sbaglia di grosso».
Tanto più a Genova.
«Infatti. Qui cè un sistema di potere consolidato, difficile da scardinare. Non mi riferisco a presunti poteri forti, che non ci sono affatto. Penso invece alle bocciofile, alle associazioni, ai circoli culturali».
Una rete organica e, al momento opportuno, anche un serbatoio di voti.
«È questo il punto. Si tratta di un sistema-Genova che la sinistra locale ha coltivato fino a farlo diventare una riserva di consensi. Basta pensare alle tante sovvenzioni a pioggia che giustificano lesistenza di strutture piccole, ma indispensabili alla conservazione del potere».
La sinistra, finora, ha vinto così.
«Sono convinto che, se il centrodestra non si muove nel modo giusto, Marta Vincenzi può vincere di nuovo. Dobbiamo contrapporre un candidato, come è stato a suo tempo Sergio Castellaneta, che invogli i nostri a dare battaglia. Basta con gli errori del passato».
Fuori i nomi dei colpevoli, senatore Bornacin.
«Un errore tattico è stato fatto, ad esempio, con Magnani, persona rispettabilissima e bravo politico, ma non adatto quando fu contrapposto a Pericu. Ma errori tattici sono stati compiuti anche di recente, per le provinciali con quella passeggiata suggerita a Berlusconi a Sestri Ponente, o per le regionali, quando si è diviso il campo dei moderati. Ora dobbiamo individuare una candidatura che innanzi tutto porti a votare tutto il centrodestra».
Una candidatura significa un uomo, ma anche una donna. Ha già in mente qualcuno o qualcuna?
«Non ho nomi precisi. È fin troppo presto per nomine ufficiali. E poi, si può anche scegliere qualcuno o qualcuna al di fuori dei soliti noti».
Quindi, una bocciatura per il suo collega a Palazzo Madama, Enrico Musso?
«Niente affatto. Non ho riserve o pregiudizi su di lui.
Inopportuna anche la sua Fondazione Oltremare?
«Le Fondazioni vanno bene, lasciamole lavorare tranquillamente. Ma poi diamoci tutti da fare per vincere».
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