Cane ritrova la padrona (dopo quattro traslochi)

Padroni sciagurati che abbandonate i vostri cani sul bordo di un'autostrada perché dovete andare in vacanza e il labrador tanto di moda è diventato di colpo un bestione ingombrante, il pensionato è troppo caro, la zia non vuole tenerlo e insomma non possiamo rinunciare alle Maldive, quando mai troviamo biglietti all inclusive così convenienti. Padroni che lo fate scendere dall'auto, un buffetto sulla testa, una schiacciata di acceleratore e via. Padroni che non vi voltate indietro, sì mi dispiace ma non si poteva fare altro, vedrai che qualcuno lo troverà. Padroni di questo genere leggete attentamente questa storia.
Perché vi può capitare di ritrovarvelo davanti il vostro labrador abbandonato, magari dopo giorni e giorni, dopo mesi, sporco e affamato, ma proprio lui vivo e vegeto e allora non so come avrete il coraggio di guardarlo negli occhi.
Di cani che ritrovano la via di casa sono piene le cronache, le storie e i libri per ragazzi che hanno popolato la nostra infanzia da Lassie a Zanna Bianca. Certo i casi non sono frequenti, i cani abbandonati o semplicemente smarriti sono moltissimi, quelli che ritrovano la strada, pochi. Eppure si registrano sempre nuovi episodi.
L'ultimo si è verificato negli Stati Uniti, California, seconda una notizia diffusa la settimana scorsa dalla Nbc News che ha riferito come una ragazza, Myrna Carillo, avesse smarrito cinque anni fa Prince, il suo spinoncino dal pelo ruvido. Myrna era disperata ma poi, come sempre accade, se ne face una ragione, si sposò, cambiò città, ebbe due figli, e cambiò residenza altre tre volte, quattro trasferimenti in tutto. Gli americano, si sa, sono un popolo facile alle migrazioni interne.
Perciò Myrna credette di sognare quando, dopo cinque anni e quattro traslochi, trovò la settimana scorsa davanti al cancello della sua villetta, un cane che riconobbe immediatamente: era arruffato, smagrito e un po' invecchiato, ma era indubitabilmente lui, Prince. tornato dalla sua indimenticata Myrna. Ed è stato così che la notizia è arrivata fino alla televisione.
La vicenda di Prince pone vecchi e nuovi interrogativi su quale sia il misterioso istinto che guida infallibilmente certi cani, non tutti ovviamente, sulla via di casa. Quali segnali riescano a captare, come si orientino, quali informazioni abbiano ricevuto e come le abbiano elaborate. E non solo i cani: divenne famoso lo scorso anno, sempre negli Usa, il caso di un gatto riapparso a casa dopo essersi perso cinque anni prima nell'uragano Katrina che nell'agosto del 2005 si abbatté sugli Stati Uniti meridionali devastando New Orleans.
Io più modestamente, conosco la storia di un giovanissimo siamese, portato in automobile da Milano a Trento. Appena il tempo di scendere dalla macchina e il gatto era scappato. Non conosceva né la città né la via né la casa, ma riapparve dopo tre giorni esattamente nel punto dove era fuggito. Tornò alle quattro di mattina e svegliò tutto il piccolo condominio miagolando come un matto per farsi aprire.
Lasciamo a naturalisti ed etologi il compito di studiare i meccanismi che guidano alcuni animali, che pure non appartengono a razze migranti, verso i luoghi o le persone che intendono ritrovare.

Riflettiamo solo sull'impegno, l'attenzione, la fatica e il coraggio che mettono nell'impresa e paragoniamoli alla vigliacca facilità con si apre la portiera di una macchina e si spinge la bestia sulla strada. Via dalla casa, via da noi. Ma lui non ci caccia. Ci tiene - immeritatamente - nella mente e nel cuore.

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