Da Canterbury a Roma in pellegrinaggio

Sabrina Vedovotto

Jacques Le Goff l’ha definita «il ponte tra l’Europa anglosassone e quella Latina». Non aveva poi tutti i torti, se pensiamo che la strada arriva dall’Inghilterra, Canterbury, fino a Roma, passando per la Francia, le Alpi, la pianura padana e gli Appennini. Dietro la nascita di una via, di una strada, si nasconde sempre un motivo economico, o politico o ancora militare. Non è così per la via Francigena, eccezionale e unica già nella sua genesi. È un particolare importante questo, che viene ricordato da Renato Stopani, direttore del Centro Studi Romei di Firenze, da sempre attento studioso della via stessa. Un coacervo di strade, un fascio di percorsi, che non segue un itinerario unico, ma una serie di possibili vie. La via Francigena nasce sotto la spinta del fattore religioso. Mai completamente estintosi, intorno al VII secolo il pellegrinaggio riprende vigore ed entusiasmo. Le vie romane da tempo erano in fase di disuso, non erano praticabili tantomeno sicure. Nasce quindi l’esigenza di una via che porti fino a Roma. È con l’arcivescovo di Canterbury Sigerico che intorno al 990 d.C. la via acquisisce una sua linearità. Sarà proprio lui, infatti, che, nel percorrerla tutta, per arrivare a Roma e ricevere direttamente da papa Giovanni VI il «pallio» o mantello vescovile, farà uno scarno ma preciso elenco delle 79 tappe. Nei secoli la via è stata attraversata da migliaia di persone, che ne percorrevano i chilometri al fine di raggiungere la sede papale e a volte anche per proseguire poi alla volta di Gerusalemme. L’interesse per questa strada è andato nel tempo sviluppandosi, fino a diventare un progetto editoriale, dal titolo Le soste dei pellegrini lungo la via Francigena: Toscana e Lazio. La quotidianità della fede, la straordinarietà del viaggio, curata da Renato Stopani, già sopracitato.
La Via Francigena ha certamente qualcosa in comune con il cammino di Santiago, meta ormai di grandi pellegrinaggi. Sebbene per entrambe le peregrinazioni alla base c’è un credo religioso, va detto anche che nel concetto del cammino, della fatica, c’è ugualmente una posizione laica, molto importante anche essa. Come sottolinea Aureliano Benedetti, presidente della Banca CR di Firenze, che ha volentieri sposato il progetto, «camminare fa pensare». Ed è proprio nel pensiero, nell’elucubrare, in silenzio, che si fanno le riflessioni di maggior interesse. Questa pubblicazione prende in esame quelle che sono le zone di interesse del percorso tra la Toscana e il Lazio, che, essendo ultimo avamposto prima dell’arrivo nella capitale, assume importanza maggiore.

Una esauriente descrizione dei luoghi che hanno costituito le tappe fondamentali, da Abbadia San Salvatore a Bolsena, da san Valentino a Sutri, fino a Roma, Terminus Itineris Multorum.
Per informazioni sulla via Francigena: www.viefrancigene.eu

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