«Abbiamo lavori in corso per qualcosa come 550 milioni di euro, tra opere appaltate, che da sole valgono oltre 450 milioni, e in via di assegnazione. La Banca dItalia ha certificato che, in questo senso, siamo il soggetto più attivo dellintero Nordovest del Paese»: scandisce le parole, il presidente dellAutorità portuale di Genova, Luigi Merlo, mentre la pilotina della Capitaneria su cui è imbarcato sembra andare allarrembaggio della draga che gratta e aspira il fondale - tutto in pochi secondi di movimento sincronizzato - davanti allimboccatura di levante, già Diga Duca di Galliera. Un intervento «per ora parziale, ma molto importante, per il traffico marittimo», ma solo uno dei tanti che sono stati avviati (o riavviati, dopo le tempeste ambientaliste e giudiziarie) in questi ultimi mesi. I dragaggi attualmente in esecuzione, per un volume totale di 2 milioni e 250mila metri cubi - spiega a sua volta il dirigente responsabile dei progetti, Andrea Pieracci, anchegli stoicamente imbarcato sulla pilotina, mentre la tramontana sferza a piacimento - sono eseguiti mediante due differenti mezzi: una draga aspirante-refluente e unaltra stazionaria «a escavatore rovescio». Ed è appunto la prima a venire impiegata «nellapprofondimento fino a quota meno 14 metri a levante. Questa attività ha permesso un aumento immediato della manovrabilità delle navi che circolano nel canale. A tuttoggi - precisa ancora lingegnere Pieracci, uno di quelli che gli brillano gli occhi quando vede lavanzamento dei lavori - sono stati dragati nelle aree del Porto antico, di Multedo e del Porto petroli circa 250mila metri cubi di materiale».
Insomma, ormai lavete capito: il porto di Genova (visitato ieri dal nuovo prefetto Francesco Antonio Musolino) è un immenso cantiere aperto, dove - «a tempi rapidi, non italiani» ironizza Merlo - si sta costruendo lo scalo del futuro, cioè praticamente di domani mattina, quando ci sarà la ripresa dei traffici conseguente alla ripresa economica generale, e i moli sotto la Lanterna dovranno essere in grado di smistare ben più dellattuale quota di 1 milione e 700mila container. Ma siccome non ci sono solamente i container - che senza veri e propri distripark non portano valore aggiunto dal punto di vista delloccupazione -, lo scalo guarda al mix di opportunità, tra cui il traffico turistico-croceristico, magari in sinergia con laeroporto Cristoforo Colombo, rappresenta una prospettiva incoraggiante. Per questo, fra laltro, fervono a Ponte Parodi i lavori di livellamento dei fondali per la realizzazione del piano di posa della nuova banchina, la demolizione del pontile Santa Limbania e della «banchina a massi interferente con il futuro banchinamento del sito», oltre alle opere per la costruzione del nuovo banchinamento, parte a cassoni in cemento armato e parte a massi. «Operazioni che comportano anche significativi accorgimenti dal punto di vista ambientale - sottolinea Merlo, sempre spavaldamente incurante dei rigori del freddo - come ladozione di costosissimi teli isolanti simili a quelli usati nelle discariche, e la spalmatura di resine, altrettanto isolanti, nelle pareti interne dei cassoni».
La pilotina, su cui viaggia anche il Direttore marittimo della Liguria, ammiraglio Ferdinando Lolli, arriva a mostrare in primo piano, in successione, lo stato delle cose alla Calata Oli minerali, alla Nuova Banchina Bettolo e al Nuovo Terminal Contenitori da 400mila teus allanno (anche qui, è in corso la posa di cassoni per il riempimenti, mentre i fondali saranno «scavati» fino a meno 17,5 metri); infine transita davanti alla Darsena tecnica (banchina sia a massi, sia a cassoni). «Ma cè tanto altro da mostrare, in quanto a cantieri aperti. Alle Riparazioni navali ad esempio» incalza il presidente Merlo.
In effetti, al di là dei cantieri, il giro dorizzonte dal mare dà unaltra idea di porto e anche di città. Che però restano «separati in casa». Chissà che tutti questi lavori in corso non contribuiscano alla riconciliazione...
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