Cantine allagate, per il Tar non è colpa del Comune

Il Comune non cede alle proteste dei sindacati. Come in altre città turistiche, a partire da Genova e Firenze, anche a Milano i negozi potranno restare aperti la domenica di ferragosto. Ieri l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi (che ha concordato la linea con il sindaco Letizia Moratti) ha firmato la deroga al divieto regionale che fissava quello del 15 come un giorno di chiusura delle attività commerciali. Ma «se non si inizia a invertire la rotta non si cambierà mai un sistema di abitudini che culturalmente sono ormai superate - ammette Terzi -. Milano è migliorata dal punto di vista dei servizi anche ad agosto e per qualificarsi come città a misura di turisti non può presentare a chi arriva una serrata dei negozi».
Il provvedimento, sollecitato nei giorni scorsi da Federdistribuzione, riguarderà sia i piccoli negozi (cosiddetti di vicinato) sia le catene della grande distribuzione che, ovviamente su base volontaria, potranno tenere alzate le saracinesche anche a Ferragosto. «Milano è una città internazionale - ribadisce l’assessore -, che ad agosto ospita molti turisti provenienti da ogni parte del mondo. L’immagine che diamo passa attraverso i servizi che possiamo offrire, fondamentali anche per i tanti milanesi che restano in città in questo periodo, primi fra tutti gli anziani». Il 15 il centro della città sarà anche attraversato dal corteo carnevalesco di Latinoamericando, il festival di musica sudamericana.
Nei giorni scorsi la Cgil aveva subito protestat davanti all’idea di Terzi di concedere la deroga («un’assurdità - aveva contestato Graziella Carneri, segretaria milanese difendendo il diritto al riposo dei lavoratori - le programmazioni di aperture e chiusure si devono decidere con largo anticipo, il ferragosto non è una sorpresa, arriva tutti gli anni»). Anche Confesercenti aveva espresso qualche dubbio perchè il provvedimento, secondo i piccoli commercianti, finirà per favorire solo i supermercati che possono permettersi di garantire senza difficoltà le turnazioni dietro casse e banconi.


Ma Palazzo Marino spinge per una Milano sempre più aperta, anche nei giorni di festa. Lo scontro con le parti sociali si era già acceso lo scorso 25 aprile, e alla fine l’amministrazione decise di fare dietrofront non firmando la deroga. Questa volta tira dritto sulla linea del «rompere gli schemi».

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