Spaccone è, per primo, Berlusconi. Che compie anche gli anni, oggi. Lo è per eccellenza: è quello che arriva, prende in mano la situazione e la risolve, come è successo a Napoli per limmondizia e, con un doppio colpo di scena, per lAlitalia. Lo spaccone sa di avere delle capacità, e ne è compiaciuto.
È anche un uomo un po consumato. Perciò lerede dello spaccone Paul Newman, oltre che da Berlusconi è rappresentato benissimo anche da me. Ma, per la stessa ragione, non da Valentino Rossi, che è ancora troppo giovane.
È sicuramente una caratteristica da politici, uomini sicuri e soddisfatti di sé, come Sarkozy. Il presidente francese è spaccone, un esemplare perfetto Oltralpe, però Berlusconi forse è meglio riuscito. Poi cè Vladimir Putin, che è la versione più dura del genere, forse ha laria un po meno cordiale, ma sempre spavalda, sempre spaccona.
Nella spacconaggine cè il fascino, cè lirraggiungibile ma cè anche la simpatia. Campione era Alberto Tomba. Un vero classico come, con risvolti meno drammatici, Maradona. Oggi nel mondo dello sport non esiste un altro tipico quanto lui, però cè Carlo Ancelotti. Altro che Mourinho: spaccone nellanimo è lallenatore del Milan. Spaccone fin dallo sguardo è Antonio Scurati, lo spavaldo degli scrittori italiani. Lui è il classico spaccone di sinistra, quello che lo fa per migliorare il mondo, per convinzione, a differenza di quello di destra, che lo fa, semplicemente, per divertimento. La spacconaggine di destra non è ideologica, è voglia di mostrarsi, per far vedere a tutti quanto sei bravo, perché sai che sei bravo. Scurati si vede fin dalla faccia che è spavaldo, lha provato quando ha mandato al diavolo Bruno Vespa. Michel Houellebecq si avvicina allideale, ma lo scrittore francese ha il difetto, in questo caso, di essere un po troppo tragico. Funziona fino a un certo punto, perché lo spaccone è anche spiritoso, non si prende troppo sul serio. Un po come, fra gli attori, George Clooney. Poi cè lo spaccone incompiuto, perché troppo algido, aspirante alla correttezza politica, come Gianni Alemanno, che si fa schermo dellantispaccone, Giuliano Amato.
E poi cè chi ci prova, a essere spaccone. Vorrebbe, perché lo spaccone piace, ha successo. Ma non ce la fa, non ci riesce, perché, contrariamente ad Alemanno, è troppo morbido: è Ferdinando Casini. Basta guardarlo mentre fuma il sigaro: sembra di cioccolata.
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