Capello: «Nessuna accusa ma il fallo era bruttissimo»

E Materazzi: «C’è chi aspetta solo questo per darmi addosso»

Torino. Alla mezz’ora la partita era praticamente segnata, ma quella fra Materazzi e Ibrahimovic non ancora. Non che sia durata molto di più: sei minuti dopo il gol di Nedved un’entrata alla Materazzi di Materazzi ha tolto dal campo lo svedese: destro barra sinistro in successione sulla caviglia del bianconero che vola e poi plana con una smorfia di dolore che è tutta un programma. Ibrahimovic fuori campo con la borsa del ghiaccio e Del Piero già senza tuta pronto a sostituirlo. Passano pochi secondi e dal medico arriva un segnale chiaro a Capello: Ibra ce la fa, rientra. Del Piero si rimette la tuta, lo svedese rientra, ma l’illusione dura poco, prima dell’intervallo esce definitivamente, Materazzi difficile che sbagli un colpo, se ti centra ti centra.
Eppure in campo si erano anche stretti la mano, il duello fra i due psico della serie A era temutissimo, ci aveva pensato Cordoba a stendere Ibra, Materazzi controllava da lontano, i due in fondo si temevano abbastanza da evitarsi. Poi i gol bianconeri scatenati proprio dalla furia dello svedese, due falli fischiati su di lui, due punizioni, due reti. A quel punto a Materazzi un po’ i nervi sono saltati.
Adesso si apriranno nuovi dibattiti sul confine fra il gioco maschio e il gioco da banditi, Materazzi è questo, Ibra non gli è da meno, anche in Svezia e all’Ajax trovava accusatori fra i suoi tifosi. Intanto, l’imputato nerazzurro si difende: «A me interessa solo il giudizio di Ibra, e in campo ci siamo abbracciati... È stato solo un contrasto, ma c’è gente che aspetta questo per darmi addosso». Capello, invece, avendo vinto ha trovato la calma per non infierire: «Le immagini si commentano da sole, io non voglio accusare nessuno, il colpo comunque è stato bruttissimo».

Fin qui tutto nell’ambito di un incontro di calcio, non per il senatore di An Roberto Salerno: «Il comportamento di Materazzi autorizza, non solo istiga, la violenza dentro e fuori gli stadi. È paragonabile a quello di un delinquente comune e gli arbitri sono colpevoli insieme allo stesso Materazzi». Le esagerazioni sono anche fuori dal campo.

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