«Eravamo in pochi, nel Palazzo, a difendere Vittorio Feltri, che invece, e giustamente, riscuoteva totale consenso da parte degli elettori del Pdl. Ora tutti devono dare atto al direttore del Giornale di avere visto prima e bene sulla sostanza dei fatti». Parole di Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. «Da questo punto di vista - continua lesponente azzurro - è per lo meno curioso che i pochi seguaci di Fini se la siano presa con il Giornale. Feltri non ha alimentato, ma ha registrato e compreso i sentimenti e le ragioni del popolo del Pdl. Prendersela con lui è come accusare il termometro perché la febbre sta salendo. Semmai oggi è il momento di constatare che il termometro di Feltri funzionava e funziona benissimo».
Il portavoce del Pdl ha poi sottolineato come «gli elettori siano stanchi dei ricatti, dei veti, dei vecchi giochi della politica, che pensavano di aver archiviato per sempre: labitudine di gruppi o microgruppi di tenere sotto tiro i loro partiti, le loro maggioranze, i loro governi è un rottame del peggio della prima Repubblica».Capezzone «Feltri attaccato perché aveva previsto tutto»
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