La capitale dei falchi: nidi anche al Colosseo, seguiti dalle webcam

Roma, città di gheppi e falchi. In questi giorni si stanno per involare gli ultimi gheppi del progetto «Birdcam.it», promosso dell’associazione di ricercatori Ornis italica, che ha permesso di seguire 24 ore su 24 attraverso il sito www.birdcam.it le fasi della loro crescita sin dalla deposizione delle uova.
Dopo l’involo a fine maggio dell’unico pulcino di falco pellegrino nato e cresciuto nella cassetta nido su un alto cornicione dell’università La Sapienza e dei piccoli gheppi (falchi di dimensioni più piccole) del liceo Malpighi, l’ultimo nido attivo è ora quello di Arianna e Bacco, coppia di gheppi che nidifica in una cassetta nido su un traliccio elettrico ad alta tensione nei pressi di via Aurelia zona Malagrotta. «Sono quattro i piccoli gheppietti, dei cinque nati il 25 maggio, che stanno per prendere il volo», spiega l’ornitologo Giacomo Dell’Omo, presidente di Ornis italica. «Il quinto pulcino, molto più piccolo degli altri, è stato spostato il 7 giugno in un nido su un traliccio a pochi metri di distanza per evitare che soccombesse nella competizione tra fratelli. Pollicino, così lo hanno chiamato gli iscritti al forum di www.birdcam.it, è stato subito adottato nel nuovo nido. Abbiamo inanellato i pulli (in gergo i pulcini, ndr) di entrambi i nidi lo scorso 19 giugno e abbiamo trovato il piccolo in ottima forma».
Come lo scorso anno, i ricercatori di Ornis italica hanno inanellato tra maggio e giugno oltre 200 pulcini di gheppio. «In tutta la provincia di Roma abbiamo circa 180 nidi occupati, ma ne seguiamo solo un centinaio per la raccolta dei dati scientifici», aggiunge Giacomo Dell’Omo. «Abbiamo delle cassette nido anche all’interno del Colosseo e di altre aree archeologiche.

I gheppi utilizzano i nidi di altri uccelli, oppure buchi naturali su alberi e rocce o in cavità su muri e monumenti. I nidi artificiali sono accettati volentieri dagli uccelli che non costruiscono un nido e in particolare dai gheppi».

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