Gradoli. Dal giallo Moro alle donne svanite nel nulla da due settimane. Nel paesino nel viterbese, 1500 anime appena, non si parla daltro. Per tutti la storia di Tatiana Ceoban e della figlia Elena, 13 anni, si è trasformata nel mistero del lago di Bolsena. «Se lè inghiottite con tutti i suoi segreti», commentano i passanti fermi davanti alledicola della piazza. La gente non vedeva un giornalista da più di trentanni, da quando le indagini sul sequestro del presidente Dc avevano portato migliaia di poliziotti a rastrellare le cantine e le campagne, depistati ad arte da un equivoco paradossale.
Ieri i primi cameraman, al seguito di cronisti affamati di notizie, di informazioni utili su questa strana famiglia per metà di origine moldave, che ha sconvolto la tranquillità di provincia. Asserragliati inutilmente sotto casa dei nonni della piccola, rimasta sola, tutti vogliono conoscere la verità, la soluzione del giallo. La badante trentaseienne e la figlia maggiore sono state massacrate da un mostro, rapite dal secondo marito della donna, oppure fuggite da un incubo la cui soluzione potrebbe arrivare solo attraverso i video e i pc sequestrati dagli inquirenti? Il primo a rompere il muro di silenzio, a sorpresa, è proprio Paolo Esposito, elettricista e compagno di Tatiana conosciuto a Terni 8 anni fa, l'uomo che le ha dato la seconda figlia due anni dopo. Lo fa attraverso i microfoni del Tg2. «Sto male. Qui ti guardano tutti male, anche se non so niente - spiega -. È ora di farla finita, basta. Ho una figlia piccola, adesso devo stare con lei e non devo pensare ad altro». Da venerdì è iscritto nel registro degli indagati, come persona informata dei fatti. La sua abitazione, una villetta alla periferia del paese, è stata sequestrata. Lipotesi di reato è quella di sequestro di persona contro ignoti. Un atto dovuto, che potrebbe trasformarsi in omicidio. Sul tavolo del pm Renzo Petroselli è pronto il mandato diretto agli esperti del Ris, incaricati di eseguire i rilievi nella villetta di Esposito. Si cercheranno macchie di sangue, segni di lotta oppure tracce lasciate dalle scomparse. Pronti anche gli uomini della protezione civile, che da domani setacceranno larea coperta dal ripetitore di telefonia mobile, alla ricerca dei due cellulari i cui segnali si fermano a pochi chilometri da Gradoli.
Testimoni avrebbero riferito, inoltre, di aver intravisto Tatiana ed Elena il 31 maggio in una lavanderia di Marta. Quasi in fuga.
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