Capitalia: Ripa resta al suo posto

Il presidente del patto dei grandi soci ottiene la riconferma Sale il titolo su indiscrezioni legate al ruolo del Santander

da Milano

La vicenda Capitalia si chiude con la riconferma, quasi scontata, di Vittorio Ripa di Meana alla presidenza del patto di sindacato dei grandi soci.
La formula trovata, dopo due ore e mezza di riunione, ha avuto un duplice obiettivo: quello di chiudere definitivamente la polemica che ha coinvolto i vertici della banca nelle scorse settimane e quello di non riaprire un fronte con l’amministratore delegato Matteo Arpe, dal momento che le dimissioni di Ripa erano scaturite dopo un forte scambio di accuse reciproche tra i due.
Nel patto, al di là delle posizioni più o meno morbide, è prevalso uno spirito di «unità nazionale». Mentre i grandi soci si sono dati appuntamento per metà aprile, a ridosso dell’assemblea di bilancio del 18-19, per rivedersi e affrontare eventualmente nuove questioni. Come per esempio quella del futuro del gruppo romano, a valle dei tre mesi di «status quo» chiesti dal presidente Geronzi.
In proposito il mercato scommetteva, ieri, per un rafforzamento del Banco di Santander nell’azionariato di Capitalia. Per questo il titolo Capitalia è addirittura salito dello 0,5% (in una giornata disastrosa per il resto del listino) a 6,45 euro. Ma il responso del patto, con la pace finale, ha raffreddato anche questi entusiasmi.
Il patto, si legge nel comunicato ufficiale, ha confermato «piena fiducia e vivo apprezzamento per lo spirito di servizio con il quale egli (Ripa di Meana) ha sempre operato quale presidente». E Ripa ha espresso soddisfazione per la decisione: «Il contenuto del comunicato diffuso dal patto è esattamente quello che volevo sentirmi dire. Me l'hanno detto e ne sono felice. Quindi le dimissioni sono ritirate e l'incidente è chiuso». Ripa ha anche sottolineato che le espressioni di apprezzamento per lo spirito di servizio con il quale egli ha sempre operato, contenute nella nota del patto, stanno a significare «che le critiche che mi erano state rivolte erano infondate».
Il presidente del Patto non ha comunque voluto riaprire la polemica con Arpe: «Non ho altro da aggiungere, quello che dovevo dire l'ho detto», ha detto Ripa, auspiando che ora non ci siano ulteriori scossoni a turbare gli equilibri riconquistati nella gestione della banca romana: «Spero proprio che non ci sia alcuno strascico. Ci adopereremo perché sia così».


Nei giorni scorsi si era addirittura ipotizzato che la riunione del patto potesse rivedere le deleghe dell'ad, cosa della quale non vi è traccia nel comunicato. Una fonte vicina al patto ha detto all’agenzia Reuters che «Ripa aveva chiesto le dimissioni di Arpe o una sua censura». Il che alla fine non è stato e il patto ha approvato il comunicato all’unanimità.

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