Caprai, l'Umbria va in bianco

A rnaldo Caprai va in bianco e non gli dispiace. La nota casa di Montefalco, condotta con mano ferma dal carismatico Marco (nella foto), figlio del fondatore, lascia da parte per un attimo il magnifico Sagrantino sul quale ha costruito la sua fortuna e per la bella stagione punta forte sui suoi vini bianchi che ha voluto presentare alla stampa specializzata nel corso di una cena al ristorante Gong di Milano, un cinese chic che è servito a testare anche la capacità dei bianchi umbri di sostenere il confronto con una cucina speziata e lievemente piccante come quella orientale. Prova superata, tra l'altro.

Marco ha presentato intanto un Metodo Classico Brut un Pinot Nero-Chardonnay fifty fifty che fa venti mesi sui lieviti e ne esce elegante e raffinato. Un vino da tutto pasto che ha un solo limite: è prodotto in sole 8mila bottiglie.

Un classico Caprai «in white» è il Grecante, un Grechetto in purezza che fa solo acciaio ed è esuberante e tropicale, con un piacevole tocco minerale.

Piacciono molto anche i due «internazionali» del gruppo, il Sauvignon agrumato e nervoso e lo Chardonnay burroso e morbido. Entrambi frutto di un progetto nato da poco ma che crediamo avrà lunga strada.

E poi c'è la chicca della Cuvée Secrète, un blend con uve che cambiano a seconda dell'annata e che proprio per questo negli anni in cui viene prodotto rappresenta al meglio la filosofia aziendale: un bianco di nicchia (prodotto in 5mila bottiglie) grandioso per ricchezza aromatica (fiori, agrumi, vaniglia,

balsamico) e per profondità gustativa. Fa sei mesi in barrique e ne esce sontuoso e galante, un vero ambasciatore dell'altra Umbria, quella che - come Marco - dietro le apparenze da contadina nasconte una vera anima aristocratica.

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