«Larea laica della Margherita è stata completamente cancellata. Non esiste più». Firmato, Roberto Caputo. Virgolettato a prova di smentita, quello del consigliere provinciale della Margherita che si interroga su «quale spazio può ancora esserci per chi - ad esempio, molti socialisti - ha aderito al progetto politico della Margherita di Francesco Rutelli». La risposta? Nemmeno un centimetro quadrato perché «la Margherita che doveva essere uno strumento politico innovativo che poteva raccogliere e poi fondere le due esperienze storiche italiane - quella riformista e quella cattolica democratica - si sta trasformando in un neo partito cattolico».
Analisi che lex esponente di Forza Italia compie pubblicamente e che vale, secondo lui, «pure per il futuro partito democratico» poiché «si rischia di far vita a un soggetto che assomiglia molto a un piccolo compromesso storico di antica memoria ovvero ad una soluzione ancora più arretrata dellattuale Ulivo». Valutazioni di cui, chiosa Caputo, sarebbe «doverosa la presa di coscienza di una classe dirigente che si ritiene tale» anche per limitare i danni di «un risultato drammatico, quello di regalare al centrodestra e soprattutto a Forza Italia pezzi importanti di elettorato che non si sentono né ex comunisti né ex democristiani».
Ma dalla Margherita milanese risuona un silenzio di tomba che è dunque testimonianza dellimpossibilità per riformisti e laici di ritrovarsi nel partito di Enrico Letta e Dario Franceschini, dove con la benedizione di Franco Marini si è deciso scientificamente di «spazzare via il riformismo socialista».
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