Il Car cambia orari: meglio che andar di notte

Manca una settimana alla «rivoluzione oraria» del Car, il centro agroalimentare di Roma. Da lunedì 17 e fino a metà maggio 2006 la vendita dei prodotti ortofrutticoli non avverrà più di notte ma alla luce del sole, dalle 13 alle 19.30, dal lunedì al venerdì (e il venerdì con apertura anche al pubblico per la vendita al dettaglio). Una scelta, caldeggiata da Cargest, la società che gestisce il Car e che anche, grazie alla mediazione dell’assessore capitolino al Commercio Franco Cioffarelli, ha ottenuto il via libera anche dai nemici storici dell’orario diurno, i molti operatori dei 140 mercati rionali della Capitale ai quali la Regione ha assicurato un sostegno finanziario per ammodernare le loro strutture. Il passaggio dalla notte al giorno non è l’unica novità. C’è, già giunto alla seconda settimana, il «paniere della freschezza del Car»: almeno quattro prodotti a prezzo bloccato ogni sette giorni, con una serie di ortaggi, dalla bieta ai peperoni, dal basilico alle melanzane, che entrano in «Romaspendebene edizione 2005-2006. Il «paniere» è frutto di un tavolo di consultazione istituito da Cargest, intorno al quale si siedono associazioni e organizzazioni degli operatori, grossisti e produttori agricoli, e che basandosi sulle dinamiche dei prezzi orienta i consumatori all’acquisto di prodotti freschi «convenienti», possibilmente laziali. Per la settimana prossima, il «paniere» con prezzi all’ingrosso bloccati vede le pere Wiliams bianche vendute a cassa a 60 eurocent al chilo, stesso prezzo per l’uva «Red globe» Sicilia. Cinquanta centesimi di euro il prezzo al chilo per l’insalata scarola di Avezzano, mentre sempre da Avezzano arrivano le patate a pasta gialla, vendute a cassa per 0,25 euro al chilo.
Insomma, il Car sintonizza orari e offerte per migliorare i risultati già validi dei suoi primi quasi tre anni di attività. Con i mercati generali dell’Ostiense il Campidoglio perdeva 4 milioni di euro l’anno, ma dal trasloco a Guidonia risultati e numeri sono migliorati: 140 ettari di superficie, 650mila tonnellate di merci movimentate, un giro d’affari stimato di un miliardo e 30 milioni di euro. Cifre grazie alle quali gli azionisti del Car (Camera di commercio, Campidoglio, Regione Lazio, Provincia di Roma, banche e associazioni di categoria) possono contare su prospettive incoraggianti. Dal punto di vista più commerciale, al miliardo abbondante di euro di giro d’affari corrisponde un aumento tra 15 e 20 per cento di frutta e verdura (7,5 milioni di quintali annui) commercializzati dalle 113 aziende ortofrutticole e dai 306 produttori agricoli e un lieve incremento dei prodotti ittici (350mila quintali annui) trattati da 40 aziende grossiste.
Gli ulteriori programmi di sviluppo della struttura prevedono un’espansione degli impianti logistici di stoccaggio e di refrigerazione, l’insediamento di alcuni gruppi italiani e stranieri della Gdo e il trasferimento al Car del Centro Carni comunale, oggi a Tor Sapienza.
Ma già lo spostamento dell’orario, spiega il presidente di Cargest Giuseppe Biscari, permette di puntare su tre capisaldi. Già, l’orario diurno secondo Biscari garantisce una maggiore freschezza dei prodotti e allarga il bacino di clienti. Ma riabitua anche i consumatori alla «sana» stagionalità dei prodotti, garantendo grazie al «paniere» prezzi bloccati per agevolare le fasce più deboli della cittadinanza, oltre a consentire una corretta informazione sulla qualità dei prodotti. «L’importanza dello spostamento della vendita, dalla notte al giorno - argomenta il presidente di Cargest - risponde anche all’esigenza di acquisire quella clientela, ancora oggi potenziale, che proviene dalle regioni limitrofe, e che rappresenterebbero un importante valore aggiunto rispetto ai clienti tradizionali romani». Così l’obiettivo di «acquisire una quota di mercato che renda il Car leader al centro sud» sarà più facile con l’apertura di giorno, perché questa «consente un accesso a clienti che con gli orari notturni venivano penalizzati.

Tra questi c'è la grande distribuzione ma, anche, i ristoratori», spiega ancora Biscari, che ricorda i risultati positivi della sperimentazione «diurna» testata da gennaio a maggio. «In quel periodo - ricorda il presidente Cargest - il nostro venduto è cresciuto del 20 per cento, e in una congiuntura sfavorevole per tutto il mercato agroalimentare».

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