Carceri, Letta: "Giuste le pene alternative"

Il sottosegretraio alla prsidenza del Consiglio presenziato al progetto di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, in corso a Roma. "La pena detentiva dovrebbe avere sempre, come stabilito dalla nostra Costituzione, lo scopo del reinserimento nella societa"

Carceri, Letta: "Giuste le pene alternative"

Roma - "Le misure alternative che mi sono state giustamente sollecitate anche da alcuni detenuti che lavorano qui a Roma, sono un esempio efficace di come pagare il debito con la società". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che oggi ha presenziato al progetto di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, in corso a Roma sulla Via Tiburtina. Le pene alternative, secondo Letta sono utili anche "alla società, che può così dare finalità migliore al pagamento del debito" di chi ha commesso reati. "La pena detentiva dovrebbe avere sempre, come stabilito dalla nostra Costituzione, lo scopo del reinserimento nella societa". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta che oggi a Roma ha presenziato, al quartiere Tiburtino, al progetto di recupero del patrimonio ambientale per favorire il reinserimento sociolavorativo dei detenuti, promosso dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, iniziativa che si svolge anche a Milano. "Penso sia un'iniziativa molto apprezzata dai cittadini di questo bel quartiere - ha aggiunto Letta - che certo andrebbe tenuto meglio. Iniziativa utilissima alla città, ai suoi abitanti e molto utile per i detenuti".

Gianni Letta ha visitato stamani la piccola area verde antistante la stazione della Metro B di S.Maria del Soccorso, a Roma, scelta dall'Ama (la società che gestisce la raccolta rifiuti) e dal Campidoglio per realizzare la prima sperimentazione del progetto del Dap per il reinserimento dei detenuti. Letta ha sottolineato che l'iniziativa "reca sollievo a Ferragosto ai detenuti che possono uscire dal carcere e godere di una giornata diversa, fatta anche di serenità e svago".

Ma per il sottosegretario la sperimentazione voluta dal ministero della Giustizia "é un anticipo di un modo per reinserire" chi ha pagato il suo debito alla società ma anche "utile per i detenuti e per gli altri".

"E costituisce - dice ancora - un modello del regime carcerario in una società civile capace di pensare a misure alternative meno afflittive, capace di rendere quelle finalità che la Costituzione assegna alla pena. Mi sembra un'iniziativa molto intelligente, umana e socialmente importante, che va incoraggiata e sostenuta".

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