Marcello Zacché
da Milano
Lamberto Cardia torna su alcuni dei suoi cavalli di battaglia: il rafforzamento della Consob, il cumulo delle cariche degli amministratori, poteri adeguati in vista della quotazione della Borsa Italiana. Il presidente della Consob ha parlato ieri in audizione ala commissione Finanze del Senato. E oltre a riferire sul caso Telecom, ha anche ricordato al Parlamento l«agenda» della Consob.
Cardia parte dalla Legge sul Risparmio, sostenendo che gli interventi correttivi contenuti nella recente riforma sono «in larga parte condivisibili», ma la legge «presenta aspetti critici». Per Cardia la legge, nata sulla scia delle «crisi societarie» presenta un «approccio eccessivamente sintomatico», che non sempre assicura una «coerenza complessiva con il quadro normativo», né con le sue evoluzioni, soprattutto di carattere comunitario.
Nel campo del risparmio gestito, Cardia sottolinea che lattribuzione alla Consob delle competenze in materia di ripartizione dei rischi e di approvazione del regolamento di gestione degli Organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) - attualmente affidate a Banca dItalia - «consentirebbe una più razionale configurazione per finalità del sistema dei controlli». In ogni caso, con la riforma, la Consob dovrà esercitare nuovi e più ampi compiti, che richiedono nuove risorse, o quantomeno «una maggior certezza» sulla periodicità dei contributi a carico dello Stato».
Nel sistema, inoltre, esistono altri problemi. Uno di questi è il cumulo degli incarichi per gli amministratori indipendenti, e non solo dei sindaci. Una situazione che rende meno incisiva la loro vigilanza sulle società.
Infine il capitolo della quotazione della Borsa Italiana: il controllo sullassetto proprietario della società dovrebbe spettare alla Consob.
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