Sceglie subito concetti molti forti e alti per i giovani il cardinale Bagnasco. A chi ha appena iniziato la scuola, non farà forse piacere pensare alle fatiche che si dovranno affrontare. E come miglior augurio di buon anno scolastico sentirsi esortare alla sublimazione nelle difficoltà potrebbe persino suonare irritante. Ma larcivescovo non sceglie parole di facciata, conta molto sulle capacità dei ragazzi e coglie nel segno.
Davanti a circa 300 bambini e ragazzi in rappresentanza delle scuole della Liguria il cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, il vicepresidente della Fondazione Carige Pierluigi Vinai e il direttore scolastico regionale Anna Maria Dominici hanno preso parte ieri ad un incontro di saluto previsto dal Progetto Giovani 2009 voluto dalla Fondazione Carige che si è tenuto al Liceo Andrea DOria. Questo incontro, ha detto Vinai, «è una delle tappe più significative del Progetto voluto dalla Fondazione. Un momento di confronto sui temi delleducazione che resta uno dei settori primari e più importanti in cui si impegna la Fondazione Carige». Non solo informazione nozionistica, ha sottolineato Vinai, ma «un tentativo di formazione della persona».
E proprio a sottolineare lo spirito dellincontro, parlando ai ragazzi, il cardinal Bagnasco ha voluto ricordare le sue esperienze in Paesi dove il benessere è lontano e la pace un sogno. «In Afghanistan - ha raccontato lalto prelato - i ragazzi mi venivano incontro e mi chiedevano quaderni è matite. Una richiesta che mi sono sentito fare anche in Iraq e in Africa. Dietro a questa richiesta cè lintuizione che la cultura potrà rendere migliore il paese e il futuro di ciascuno di quei ragazzi». Un esempio per ricordare la realtà di molti «compagni di scuola» sparsi in tutto il mondo. Coetanei che nelle difficoltà hanno saputo comprendere il vero valore della scuola. «Quindi - ha detto Bagnasco - siete fortunati perché potete andare a scuola, abbiatene la gioia e la consapevolezza. E questo non significa che sia facile, ma la fatica fa parte della vita e della formazione. Siate contenti di fare fatica perché vuol dire che siete sulla strada giusta».
È sul concetto di «formazione» che larcivescovo ha voluto insistere, per chiedere ai ragazzi di «formarsi alla libertà responsabile».
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