Cariche e feriti: sabato di paura in centro

Cariche e feriti: sabato di paura in centro

(...) I camerati di Forza Nuova e i compagni dei centri sociali si sarebbero dovuti scontrare a Brignole. I primi, una cinquantina, hanno cominciato a manifestare partendo da piazza Giusti. Comizio regolarmente autorizzato dalla questura. Tema, casa e lavoro prima agli italiani che agli immigrati, moneta di popolo contro usura e povertà. I secondi, poco meno di un centinaio, li attendevano in corteo davanti alla stazione. Assembramento non autorizzato. Alla fine i giovani dei centri sociali sono stati caricati da polizia e carabinieri. Alle 17,30 il corteo di Forza Nuova è quindi finalmente partito da San Fruttuoso. Gli estremisti di sinistra invece di disperdersi sono retrocessi in via Venti Settembre e hanno rovesciato alcuni cassonetti della spazzatura. Poi, tra le proteste della gente che aveva paura e chiedeva alle forze dell'ordine di intervenire per allontanarli, si sono fermati sotto al portone dove c'è la sede del centro militante di destra Idee e Movimenti. Sono volati insulti. Un giovane estremista di destra al passaggio del corteo ha tirato fuori il dito medio contro gli antagonisti restando fermo alla finestra. Una provocazione che non è piaciuta. Tanto che alcuni ragazzi dei centri sociali hanno lanciato bicchieri e bottiglie e quanto hanno trovato nei cassonetti contro il palazzo della sede del circolo di estrema destra mancando l'obiettivo di colpire chi li stava prendendo in giro.
Il giovane di estrema destra ha quindi reagito rilanciando, pare, una bottiglia sul gruppo degli scalmanati che la facevano da padrone in mezzo a bambini, anziani e signore in tailleur a passeggio per lo shopping del sabato pomeriggio. Davanti alla sede del circolo non era stata posizionata nessuna camionetta di polizia e carabinieri. Il cordone con il grosso degli agenti, poi, era a oltre cento metri. A placare gli animi, per primi, sono intervenuti soltanto due agenti della Digos. Prima hanno urlato al provocatore di togliersi dalla finestra. Tre volte. Poi, al suo rifiuto, sono entrati nell'edificio per toglierlo con la forza. Gli agenti si sono però trovati rinchiusi dentro al circolo con una decina di persone intorno. A quel punto, intorno alle 18,30, la situazione si è scaldata. Il cordone con scudi e caschi ha allontanato di corsa il corteo dei centri sociali. Quattro o cinque agenti della Digos hanno sfondato a calci il portone per- andare ad aiutare i colleghi intrappolati. Si sono sentite urla e sono volate botte. Il tafferuglio, a quel punto, è durato un paio di minuti. A sovrintendere all'operazione, nell'atrio del palazzo, c'era anche il vicequestore Gonan. Il giovane che non si voleva togliere dalla finestra è stato portato in questura tra le proteste degli altri ragazzi del centro militante. La gente intorno ha assistito alla battaglia tra i ragazzi storcendo il naso. In tanti spiegavano come siano inutili queste manifestazioni. Alcuni urlavano pure loro al giovane di togliersi dalla finestra. Altri si lamentavano col colonnello dei carabinieri perché avevano paura di rimanere in ostaggio dei centri sociali. Gli estremisti di sinistra, nessun arrestato, hanno poi continuato a manifestare indisturbati fino a piazza Matteotti dove, nei pressi della sede della Curia genovese, hanno urlato slogan e invettive contro l'arcivescovo Angelo Bagnasco. Un fotografo di ligurianotizia.it è stato anche aggredito da un paio di autonomi che lo hanno accerchiato e colpito alle spalle. Pochi minuti prima un agente della Digos aveva allontanato gli aggressori, ma questi invece di lasciare perdere, sono tornati indietro per malmenare il fotoreporter.
«Come al solito - commenta Angelo Riccobaldi di Forza Nuova - a Genova viene arrestato un giovane di destra, mentre quelli di sinistra non vengono toccati. Eppure il nostro corteo era regolarmente autorizzato. Quello dei centri sociali no.

Se agli estremisti di sinistra viene permesso di bloccare il traffico in via venti Settembre, rovesciare cassonetti, seminare terrore fra la gente perbene a passeggio, e qualcuno li sfotte e li sfida con il dito medio, mandandoli a quel paese, penso non ci sia niente da recriminare».

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