Lorenzo Amuso
da Londra
Fino a poco tempo fa si definiva un «dissidente». Una sorta di ribelle che tramava, più o meno alloscuro, contro le opinioni politiche prevalenti. Poi ha confessato di sentirsi ingiustamente incompreso, «un principe matto», «vittima senza fine di ingiurie», risate, pregiuzi, destinato a essere rimpianto solo da morto. Oggi il principe Carlo si percepisce come una «scocciatura» nella vita pubblica della Gran Bretagna. Una personalità forse scomoda, certamente ingombrante per via delle opinioni non sempre popolari, che però mai - giura lerede al trono - ha cercato di imporre nel dibattito politico.
Nella prima intervista a tutto campo dopo quella concessa dodici anni fa quando confessò di aver tradito lex moglie Diana, Carlo è tornato davanti alle telecamere per raccontarsi. Loccasione è data dal trentesimo anniversario della sua fondazione, «Princes Trust», un fondo di beneficenza creato nel 1976 per aiutare giovani svantaggiati a dare inizio ad unattività e diventare così autosufficienti. Nel corso della chiacchierata con Sir Trevor McDonald a Clarence House, il principe del Galles non ha escluso che la sua presenza sulla scena pubblica negli ultimi trentanni abbia irritato più di una persona, ma ha pure difeso il suo diritto di esprimere le proprie idee, ancorché controverse.
Allesplicita domanda se ritenga che qualcuno possa giudicarlo un rompiscatole, Carlo non si è sottratto, rispondendo senza esitazione: «Oh sì, probabilmente».
Unamara consapevolezza giustificata dai doveri che la sua posizione sembra imporgli. «Mi occupo in profondità di questo Paese e della sua gente», ha aggiunto. Nel corso degli anni lerede al trono si è speso in numerosissime campagne, per lo più di carattere ecologico: dalla vaccinazione degli animali in piena emergenza «mucca pazza», alle battaglie contro gli organismi geneticamente modificati e contro le nanotecnologie. Un impegno costante, ma sottovalutato dai suoi sudditi, come aveva riconosciuto lo stesso principe in unaltra occasione.
«La cosa più importante è essere sempre pertinenti... non è facile, come si può immaginare, perché se dico qualsiasi cosa, la gente risponde, è facile per te dirlo. È molto facile liquidare ogni cosa che dico...».
Nel corso dellintervista, che verrà mandata in onda dallemittente «Itv» martedì sera allinterno di un documentario sulla sua fondazione, il principe Carlo ha anche ricordato di aver denunciato per primo, molto prima degli attentati del luglio 2005, la progressiva alienazione dei giovani musulmani britannici, sempre più distanti dallidentità nazionale. «Questo Paese ha alle spalle una grande storia di tolleranza. Credo ancora che le tre grande religioni monoteiste vengano tutte dalla stessa radice originaria, Abramo. Ed è una follia persistere in questa incomprensione continua», ha sottolineato.
Tra una decina di giorni Carlo presiederà la 59ª Assemblea Mondiale della Salute (World Health Assembly), che si svolgerà a Ginevra. Unoccasione per perorare una delle cause che gli stanno più a cuore, il riconoscimento del valore della medicina alternativa. Nel frattempo lerede al trono prosegue la sua graduale assunzione di nuove funzioni ufficiali allo scopo di alleviare, almeno un poco, la vecchiaia della madre, la regina Elisabetta II, che ha appena compiuto 80 anni. Un lento passaggio di consegne, attraverso laccesso ai documenti governativi, gli incontri con ministri, laccoglienza di dignitari e ambasciatori stranieri. Con limplicita raccomandazione di evitare le sue ormai proverbiali gaffe (celebre quella rimediata ad Hong Kong quando definì i diplomatici cinesi «orribili statue di cera»), così come le smaccate ingerenze su «ogni contenzioso politico di suo interesse», come ha rivelato di recente il suo ex vice segretario personale Charles Bolland. Per lincoronazione a re, invece, Carlo dovrà ancora aspettare. Almeno sino alla morte della Regina.
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