Carlo Fontana torna alla Scala. Quasi due anni dopo il brusco allontamento, lex sovrintendente e oggi senatore diessino presenterà il suo libro autobiografico nel ridotto dei palchi che proprio lui aveva intitolato ad Arturo Toscanini, in una delle ultime occasioni pubbliche prima di quel febbraio 2005 che ha segnato la fine dei suoi quindici anni alla guida del Piermarini. Oggi pomeriggio alle 18 parlerà dei suoi ricordi e delle sue riflessioni durante un incontro aperto al pubblico per presentare «A scena aperta. Scala e teatri tra riforme e conservazione» (Electa, 140 pagine, 19 euro). Presenti due star della storia della Scala, la soprano Mirella Freni e lêtoile Alessandra Ferri. Tra i relatori anche Salvatore Carrubba, che era assessore alla Cultura del Comune quando Fontana fu licenziato e che la stessa sera presentò per protesta le sue dimissioni al sindaco, Gabriele Albertini. A coordinare gli interventi il giornalista Andrea Bosco.
Gli argomenti di conversazione non mancheranno di certo, anche se Fontana giura di non cercare sensazionalismi. «Nel mio libro non cè nulla di polemico nei confronti di nessuno, meno che mai di Riccardo Muti», assicura lex sovrintendente che è stato allontanato dal teatro dopo quindici anni proprio a causa dei contrasti con il maestro. «Nei miei anni alla Scala ho lavorato a creare per il maestro Muti le migliori condizioni perché potesse esprimersi e credo di esserci riuscito. La mia esperienza personale e professionale non è centrata sulla polemica con lui» spiega Fontana, che nel libro racconta tutte le tappe di questo rapporto, dal desiderio iniziale di «fare squadra» alla decisione di mettersi da parte e occuparsi solo degli aspetti gestionali, quando cominciò a capire che Muti viveva i suoi interventi come ingerenze.
Socialista da sempre, Fontana fu nominato a grande maggioranza sovrintendente della Scala nellottobre 1990 dal consiglio comunale di Milano, su indicazione del sindaco Paolo Pillitteri. «Il primo segnale ufficioso della mia nomina risale al dicembre 1989, quando ricevetti un tallero dargento con leffigie di Maria Teresa dAustria dal sindaco accompagnato da un biglietto: Al caro amico Carlo che presto sarà qui, nella città e nel teatro di Maria Teresa». Lincarico arrivò quasi un anno dopo ed è durato fino al 2005, anche se già nel 2001 - ricorda nel libro - Carrubba lo aveva avvertito del fatto che Muti aveva chiesto di sollevarlo dallincarico. Ma il momento più brutto di questi tre lustri, racconta lex sovrintendente, «è stato quando sono dovuto uscire sul palcoscenico, con il pubblico già in sala, per dire che a causa di unagitazione La Traviata era sospesa. Fu poi Muti a trasformare quella serata difficile in unesecuzione storica, suonando al pianoforte lopera». Il momento più bello è più di uno, «i grandi spettacoli del 1993 e del 1994, Fedora e Rigoletto, e poi la prima prova dorchestra nella sala restaurata». Racconta Fontana nel libro che «fu un impatto fortissimo quando lorchestra attaccò le note della Forza del destino di Verdi. Sentendo il teatro suonare come non lo avevo mai sentito, ho provato una profonda emozione».
Dal febbraio 2005 Fontana è tornato in pochissime occasioni alla Scala, lultima il concerto di Natale. «Cerco di tenermene lontano perché limpatto emotivo è sempre molto forte» spiega nelle ultime pagine del libro. Lappuntamento di oggi lo metterà a dura prova.
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