Carmen Llera pontifica da Gad Lerner: riecco i protagonisti del gossip anni ’90

All’ondata moralizzatrice che increspa il «caso Ruby» non si sono sottratte neppure le signore che, l’altra sera, erano ospiti di Gad Lerner, su La7. Ilaria D’Amico, Carmen Llera Moravia e Lucrezia Lante della Rovere si sono legittimamente indignate per l’uso indecente del corpo della donna e per il modello vergognoso di femminilità che esce dalla vicenda. Possiedono, è ovvio, i titoli per farlo. Avessero anche mostrato, in passato, atteggiamenti sessualmente o moralmente riprovevoli, non sono certo biasimabili. Perché non hanno mai ricoperto alte cariche istituzionali. E perché «comunque noi eravamo intellettuali», come ha fatto notare la charmant Carmen Llera Moravia.
La quale, fra tutte le donne presenti in studio, è stata quella che forse più delle stesse ragazze dell’Olgettina ha sollecitato l’immaginario erotico dei telespettatori. Molti dei quali l’hanno in quel momento ricordata per almeno un paio di motivi. Il primo quando, bella e disinvolta venticinquenne, divenne l’amante del vecchio e potente Alberto Moravia, che all’epoca andava per i 73 anni, quasi quanto Berlusconi - relazione che solo i maliziosi collegano alla sua carriera di scrittrice -, e il secondo quando, anni fa, esplose un pruriginoso «scandalo letterario» in cui c’erano di mezzo un «io», una «cosa» e ben due «lui». Ossia il triangolo sessuale al centro del romanzo Diario dell’assenza uscito per Bompiani nel 1996. L’«io» era la ancora bellissima Carmen Llera Moravia, che firmava il libro; la «cosa» era la sua «cosa»; e i due «lui» erano il «coso» di un «ebreo comunista sposato», «circonciso», nato a Beirut, giornalista televisivo, e di nome Gad; e l’altro il «coso» di un «politico», alto, «magrissimo», tormentato, con «gli slip sovietici», di nome «F.». Il secondo si guadagna la dedica - Scrivo per essere amata, a F. - e fu identificato con Piero Fassino. Il primo invece si guadagna l’incipit - «Sono già cinque giorni che non sfioro il tuo sesso circonciso. Non so dire se mi manca, credo di no (...) Le mot Gad, deux lettres hébraiques: guimel et dalet...» - e fu smascherato come, appunto, Gad. Lerner. Quando nel 2000 ottenne la direzione del TG1, Dagospia, appena nata, pubblicò un abstract del libro di Carmen Llera in cui si descrivono le doti amatorie e il membro circonciso del protagonista «che sa di mandorle bianche». Il pezzo fece il giro dei salotti letterari, politici e giornalistici... La scrittrice, successivamente, smentì qualsiasi rapporto tra il Gad del libro e il Gad della realtà, spiegando in un’intervista a Cesare Lanza (che per caso era in studio proprio insieme a lei l’altra sera) che gad nella sua lingua significa «cactus» (in castigliano? in catalano? in basco?...), ma tant’è. Tutti si buttarono sul libro, in cui trovarono una coppia che nel peggiore stile radical-chic non fa altro che (non stiamo scherzando) bere champagne rosé, mangiare vegetariano, vedere i film di Tavernier, leggere Kundera - persino ascoltare Mahler mentre ci si masturba nella vasca leggendo il Diario di Anna Frank! (pag. 38)- e soprattutto «scopare, scopare, scopare» (pag. 50): «con nessuna hai scopato come con me. Nessuno amerà il tuo corpo sgraziato come me» (pag. 19), «So che la mia bocca non potrà più divertirsi e giocare con un sesso come faceva con te» (pag. 22), «Mi prendi subito contro il tavolo dell’ingresso» (pag. 27), «Mi prendi contro il muro e godi» (pag. 30), «Gioco per ore con il tuo sesso circonciso» (e siamo solo a pag. 35...).
Di tutto questo naturalmente Lerner (che per caso era in studio proprio insieme a lei l’altra sera) non ha parlato. Acqua passata.

Del resto, la stessa Carmen lo disse già nel 1996 quando, dopo averlo chiamato «Adorabile infedele..», dice - pagina 103 - «Che senso ha? Non ho più stimoli né sessuali né mentali, mon juif (mio giudeo, ndr), hai distrutto tutto».

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