Caro Direttore,
nessun «tunnel senza uscita»: l’Expo “viaggia” per il mondo e continua a far crescere le centinaia di progetti avviati con i Paesi che riconoscono nella nostra proposta per il 2015 una possibilità di sviluppo “tagliata su misura” sulle proprie esigenze.
Ultimo, in ordine di tempo, il Sud Africa, che proprio ieri per voce del suo ministro degli Esteri, ha confermato la volontà di proseguire nel lavoro avviato assieme nel corso di quest’anno, su progetti di cooperazione così come sul fronte della cultura, della formazione e dello sport. Avendo a cuore in modo particolare i giovani più in difficoltà per i quali Expo collaborerà con l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2010 per creare centri sportivi che aiutino i ragazzi a inserirsi nel sistema educativo e formativo.
Quello di Expo è un lavoro che, dall’avvio della candidatura, non si è mai fermato. Un lavoro fatto di confronto e di relazioni perché il nostro progetto per Expo non è soltanto un progetto infrastrutturale e organizzativo ma prima di tutto un progetto culturale, scientifico e sociale. Dal giorno dopo aver conquistato per l’Italia questo grande evento mondiale, il 1° aprile a Palazzo Chigi abbiamo ripreso le file di un lavoro di conoscenza dei singoli Paesi, di confronto con le necessità di sviluppo e di collaborazione che, per 19 mesi, abbiamo raccolto in tutto il mondo.
Si tratta di un patrimonio di accordi, intese e progetti che nei mesi successivi all'aggiudicazione dell’Expo ci ha permesso di continuare a stringere ai più diversi livelli. Penso all’intesa sottoscritta con la Banca Mondiale per il cofinanziamento dei progetti dedicati, in particolare, alle tematiche ambientali e allo sviluppo delle energie rinnovabili. Penso agli accordi firmati in questi ultimi 5 mesi col nostro governo, e quindi coi nostri ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, dell’Istruzione e della Ricerca, col Dipartimento del turismo e da ultimo con l’Anci. Tutti i Comuni italiani si stanno infatti coinvolgendo per coordinare politiche e fondi delle amministrazioni locali con la cooperazione nazionale.
In questa stessa direzione a breve verranno coinvolte anche tutte le Province e le Regioni del nostro Paese. Con alcune città in particolare (Mantova, Cremona, Parma, Pavia, Novara, Firenze e Lugano) abbiamo stabilito intese specifiche per la loro piena partecipazione alla preparazione alla realizzazione di Expo, valorizzando le loro eccellenze universitarie e culturali, le loro strutture ricettive e i loro sistemi fieristici. A Varese, in occasione dei campionati mondiali di ciclismo che si svolgono in questo mese di settembre, Expo sarà presente per affrontare in momenti pubblici i legami tra alimentazione e sport.
Ci sono poi 465 progetti già “mappati” in quest’ultimo periodo che andranno a formare la prima banca dati di progetti a livello universitario, grazie alla rete già collaudata e attiva che gli 11 atenei milanesi in quest'ultimo mese hanno deciso di mettere a fattor comune. Sul fronte scientifico e della ricerca, e grazie alla collaborazione con il sistema finanziario e bancario, ricordo i tre bandi già finanziati in queste ultime settimane: quello sulla salute e la sicurezza alimentare (con 5 milioni di euro), per avviare, ad esempio, la risicoltura nelle acque salmastre (essenziale per i Paesi colpiti da tsunami), piuttosto che per garantire la “filiera del latte” in zone agricole come quelle del Niger. Un secondo bando è dedicato al co-sviluppo, che (con 10 milioni euro) finanzia e finanzierà in questi 3 anni progetti presentati dalle associazioni di immigrati e nuovi cittadini milanesi e lombardi per opere di pubblica utilità che saranno realizzati nei Paesi d'origine.
Abbiamo poi avviato un bando sulla biodiversità e la protezione dalle catastrofi naturali, rivolto in special modo ai Paesi insulari del Pacifico e dei Carabi e le cosiddette “landlocked areas”, ovvero quelle regioni che non hanno sbocchi sul mare e che soffrono in particolar modo la desertificazione. Sempre dopo la conquista di Expo altri 40 progetti sono stati avviati in altrettanti Paesi che aderiscono al Bureau International des Expositions su tematiche relative ad agricoltura, salute, ambiente e formazione professionale.
Da aprile 2008 sono stati firmati gemellaggi e accordi di cooperazione economica con il Messico (Guadalajara), con la Bulgaria (Plovdiv) mentre la prossima settimana analoghi accordi verranno firmati con Finlandia (Helsinki) e Svezia (Stoccolma). Importanti progetti e accordi sono nati anche nel contesto del primo Festival Internazionale dell'Ambiente, ospitato a giugno a Milano, che ha visto una delegazione dei ministri degli Esteri, dell’Ambiente e dell’Energia di tutti gli Stati membri del Pacific Islands Forum, con il quale Expo e il governo italiano hanno firmato un accordo di 8,5 milioni di euro destinati a progetti di protezione della biodiversità. In questo contesto sono maturate anche una serie di borse di studio per i giovani diplomatici di quei Paesi.
Con lo stesso spirito, in ottobre Expo lancerà un Festival internazionale dell’alimentazione con decine di eventi in Città e la presenza di rappresentanti di governi e di altri Paesi che insieme a noi si confronteranno sui temi della crisi alimentare, della salute e dell’alimentazione. Dalla data dell'assegnazione dell'Expo all’Italia abbiamo incontrato circa 60 tra capi di Stato, ministri e rappresentanti di governi stranieri per dare seguito alle intese e agli impegni presi durante la fase di promozione della nostra candidatura.
C’è poi tutto un fronte di attività culturali, sia in “entrata” che in “uscita”. Expo è infatti una grande occasione per attivare e moltiplicare scambi e collegamenti culturali. In entrambi i sensi: da un lato valorizzando il patrimonio artistico, culturale e scientifico di Milano e dell'Italia per tutto il mondo dall'altro lato, accogliendo a Milano e in Italia culture, civiltà ed esperienze provenienti dagli altri Paesi. Per esempio con la Corea del Sud a Incheon l’anno prossimo aprirà una nuova sede della Triennale, con un progetto firmato da Alessandro Mendini, e più recentemente ci è stato proposto di realizzare un centro per la creatività, denominato Distretto Milano, e un conservatorio intitolato a Verdi, totalmente realizzato a loro spese, dove potranno qualificarsi nei corsi superiori 500 studenti della regione di Incheon. A questo, sempre all’interno di questo Distretto Milano, si affianca la Scuola di design del Politecnico, il Centro sperimentale di cinematografia e una sede distaccata della Fiera di Milano. Sempre la Triennale sta per aprire spazi nuovi a Shanghai e negli Stati Uniti. La Scala - che è ora in tournée in Asia con la Filarmonica - nel 2009 sarà in Giappone proseguendo una “politica” di scambi che si realizza anche attraverso l'invito di tanti maestri d’orchestra stranieri.
C’è poi un filone di collaborazione importanti sul cinema con Locarno e il Festival di Venezia, per andare a consolidare un vero e proprio “corridoio 5” della cultura attivato attraverso Expo. Questo corridoio si alimenta anche di un grande appuntamento come MiTo, che è sempre più caratterizzato dal fatto di accogliere esperienze musicali e culturali di altri Paesi proprio in vista dell'appuntamento del 2015. Nei prossimi anni lavoreremo, infatti, con Giappone, Stati Uniti e Paesi del Golfo.
Non dimentichiamo, infine, i diversi livelli di collaborazione con le altre Expo. Da Saragozza 2008 (dove Expo 2015 è stata presente in diverse occasioni per studiare le loro scelte e soluzioni organizzative) a Shanghai 2010, con cui proprio la prossima settimana andremo a sottoscrivere un accordo che contiene, tra le altre cose, una significativa collaborazione per la formazione del personale fieristico cinese che verrà fatta da Fiera Milano. Anche con Yeosu, che ospiterà l’Expo 2012, stiamo avviando analoghe collaborazioni, nel contesto già ricco di spunti dei rapporti che ci uniscono alla Corea. Da ultimo, tra un mese saremo in Giappone per incontrare aziende interessate a collaborare ed investire nell’Expo.
L’elenco sarebbe ancora molto lungo: me ne scuso e non vado oltre! Milano e i milanesi hanno capito perfettamente l’occasione rappresentata da Expo. Che non ha a che fare, però, con la costruzione di nessuna Tour Eiffel o di altri “landmark” realizzati per tradurre con un simbolo fisico il fatto di aver ospitato l’Esposizione universale. Il nostro mondo si sta sviluppando secondo una logica di “network”, di rete tra presone, istituzioni, imprese, università, organizzazioni non governative, ed Expo 2015 è un modo assolutamente innovativo per integrare tutti questi nuovi protagonisti. Expo 2015 disseminerà nel mondo scuole, centri di ricerca e di formazione, ospedali, università, laboratori: tanti punti di una rete che ha a cuore di far crescere il capitale umano, la vera ricchezza di ogni popolo.
Tutto ciò per dire Milano non si è certo fermata a «discutere di
nomine e poltrone», ma ha lavorato e lavora attivamente per rendere concreti la visione e lo spirito di Expo.Letizia Moratti
Commissario straordinario Delegato dal governo per Expo 2015
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