Cari, carissimi. I libri di testo hanno svuotato le tasche delle famiglie, con aumenti insostenibili e spesso incomprensibili. Due i record negativi a Milano: listituto Carlo Porta tra le scuole medie e il classico Parini, il re dei licei, tra le superiori. In entrambi i casi i genitori degli studenti di prima spendono oltre 320 euro. Senza contare ovviamente il costo, sempre più consistente, del corredino scolastico: zaino, cartelle, cartelline, materiale grafico e chi più ne ha più ne metta.
In base a un monitoraggio dellassociazione Chiamamilano, su quaranta sezioni esaminate nelle scuole medie, 21 superano i tetti di spesa imposti per legge e 11 oltrepassano addirittura il 10% di sforamento tollerato.
La situazione non migliora se si dà unocchiata ai licei, soprattutto al ginnasio. Su un totale di 54 scuole superiori analizzate, 24 sono fuori norma. Nellanalisi ovviamente non sono state prese in considerazione le sezioni sperimentali, dove una spesa più sostenuta per i libri di testo è più concepibile, ma solamente le classi prime di dieci istituti di primo grado e di dieci istituti superiori.
Insomma, a conti fatti, una scuola su due eccede. Troppi libri e costi troppo elevati. Cè persino qualche professore che ricorre agli escamotage e «consiglia» volumi non obbligatori che in realtà sono essenziali per lo svolgimento del programma scolastico: dalleserciziario di latino al libro di matematica. «In vari casi si richiede un libro dicendo che è solo un testo consigliato - spiegano allassociazione Chiamamilano - quando in realtà è basilare».
Ora lassociazione intende ricorrere alle vie legali: gli avvocati del gruppo annunciano unazione inibitoria davanti al Tar della Lombardia nei confronti di tutti quegli istituti che violano la legge e non rispettano il tetto massimo. Tradotto in termini concreti, per le famiglie vorrebbe dire un risarcimento dei danni e un rimborso della spesa in eccesso in tempi brevi. Ovviamente con tanto di interessi. «Di sicuro - garantiscono a Chiamamilano - entro il termine dellanno scolastico».
Unaltra pecca del decreto ministeriale del 22 febbraio 2008, secondo Codici, il centro per i diritti del cittadino, riguarda il cosiddetto «caso liceo linguistico».
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