Per cessare il fuoco (amico) sui 150 anni dell’Unità d’Italia, la Lega incassa una festa e una bandiera regionale. Ma è già ri-partito lo scontro. Ieri il consiglio lombardo ha dato l’ok alla legge che assegna 1,3 milioni di euro alle celebrazioni dei 150 anni. Via libera bipartisan, anche l’opposizione a favore. Gli unici bottoni rossi sono quelli del Carroccio. Che boccia il provvedimento ma almeno accetta di ritirare i 200 emendamenti che dalla scorsa settimana tenevano congelati i fondi. In cambio c’è l’impegno a fissare entro novanta giorni la Festa della Lombardia e una bandiera regionale. Ma il Carroccio vuol metterci la firma, facendo diventare uno e l’altra i simboli dell’orgoglio lumbard. La festa? «Fissiamola il 29 maggio - afferma il capogruppo Stefano Galli -, per ricordare la battaglia di Legnano» che è anche la terra natia del Carroccio. Primo firmatario della proposta del vessillo è invece Renzo Bossi, che riprendendo una vecchia battaglia del papà senatur rilancia lo scudocrociato di San Giorgio. «Non può che essere considerata a tutti gli effetti la bandiera della Lombardia - è scritto nella proposta -: è infatti questa che tradizione vuole si trovasse sul pennone del Carroccio nella battaglia di Legnano nel XII secolo». Grazie alla mediazione del Pdl, ha commentato il capogruppo Paolo Valentini, non c’è stato nessun ostruzionismo in aula e «la Lombardia, in tempi certi e brevi, avrà la propria bandiera e una festa regionale» che erano previsti nello statuto del 2008.
Ma un altro pidiellino, Stefano Carugo, fa presente che «lo scudocrociato è già simbolo di Milano e oltretutto rappresenta l’Inter. Scegliamo una bandiera che sia davvero bipartisan». Sulla festa, alla Lega che aveva proposto di tenere aperti gli uffici il 17 marzo - festa nazionale dei 150 anni dell’Unità d’Italia - fa presente che «ora sarebbe un controsenso chiudere uffici, negozi, scuole. Sia una festa regionale, ma lavorativa, ci batteremo per questo». E l’impressione è che il 29 maggio vada particolarmente di traverso al Pdl nel 2011, visto che cadrebbe nella domenica di eventuali ballottaggi e rischia di diventare la giornata dell’orgoglio lumbard. Anche se il governatore Roberto Formigoni assicura che la data «non gli dispiace» e ricorda che «anche in una strofa dell’inno di Mameli è ricordata la battaglia di Legnano». Cauto invece sulla chiusura degli uffici, «una festa è una festa, si può celebrare in tanti modi. Valuterà il consiglio regionale».
Il pd si mette di traverso a Bossi Jr., e fa sapere che «non è disponibile ad assumere vessilli di partito come simboli di tutta la Lombardia. Anche il voto di oggi ha chiaramente dimostrato che qui la Lega è minoranza».
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