Salvaguardare l'ambiente offrendo a chi è in difficoltà un'opportunità di reinserimento lavorativo e sociale. È questo l'obiettivo del progetto «Re-Turn» promosso dalla Casa della Carità insieme a Re Tech Life Onlus, la cooperativa sociale che dal 2006 si occupa del reinserimento di persone svantaggiate, soprattutto detenuti ed ex detenuti, attraverso la rigenerazione di computer dismessi.
Il progetto, ha spiegato l'ideatore di Re Tech Life, Gabriele Conzada, prevede il coinvolgimento nella raccolta dei materiali elettrici ed elettronici dei lavoratori di "Lavoriamo", la cooperativa promossa dalla Casa della Carità per dare occupazione a soggetti in difficoltà. Una decina le persone che potrebbero essere impiegate nella fase di start-up occupandosi della raccolta del materiale tecnologico, reperito su tutto il territorio nazionale attraverso un call center attivo da oggi e a disposizione di privati e aziende.
«Entrare nella relazione di aiuto con le persone significa fare in modo che le persone non abbiano più bisogno di aiuto e siano in grado di camminare da sole. Da questo punto di vista, per noi il lavoro è un asse strategico», ha detto il presidente della Fondazione Casa della Carità, don Virginio Colmegna. «In una situazione di mercato del lavoro così difficile, dobbiamo inventarci nuove possibilità». L'ospitalità, ha infatti spiegato don Colmegna, ha sempre più la faccia della normalità. «Ci sono gli stranieri, che magari hanno due lauree, ma ci sono anche gli italiani e se prima erano soprattutto persone in difficoltà per la rottura di relazioni affettive e con dipendenze, ora c'è tanta gente normale, che prima aveva un lavoro dignitoso ed è rimasta a casa.
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