A casa dei signori Ravaschieri

Per il lettore sensibile al fascino dei palazzi antichi e interessato ad approfondire la conoscenza dell'arte e della storia della nostra regione, è fresco di stampa, patrocinato dalla sezione ligure dell'Associazione Dimore Storiche Italiane, il volume «I Ravaschieri. Storia e dimore di una famiglia signorile tra Chiavari, Genova e Napoli», a cura di Isabella Lagomarsino, che raccoglie sull'argomento i contributi interdisciplinari di storici, architetti, archivisti, storici dell'arte. Un libro che unisce passione e rigore scientifico, illustrato da splendide immagini a colori. Vengono così alla luce aspetti anche inediti della vicenda storica dei Ravaschieri, ramo degli antichi conti di Lavagna - uomini d'armi e di governo, finanzieri, giureconsulti, diplomatici, come pure abati e religiosi - ascritti al patriziato della Repubblica di Genova nell'albergo della famiglia Fieschi e successivamente anche feudatari del Regno di Napoli. E si descrive l'attenta opera di risanamento e restauro conservativo svolta sotto l'egida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, che ha riportato a nuova vita il palazzo di Chiavari, luogo culla della famiglia, nella via che ne porta il nome, la principale del borgo antico.
Il libro comprende tre sezioni. La prima racconta l'ascesa del casato nel Medioevo tra le feroci lotte delle fazioni rivali degli Adorno e dei Fregoso, quindi il ruolo svolto all'epoca della Repubblica aristocratica. La seconda è dedicata allo straordinario complesso architettonico chiavarese costituito da Palazzo Ravaschieri e dal giardino retrostante a fasce sul sito collinare. La terza documenta l'importante presenza dei Ravaschieri nell'Italia meridionale, con il principato di Roccapiemonte nel Salernitano (palazzo e chiesa della Madonna dei Sette Dolori) e diversi feudi, tra i quali Vico Equense e Satriano.
Un capitolo della prima sezione illustra l'architettura e gli affreschi del piano nobile della più nota «casa Ravaschiera» di Genova, Palazzo Fieschi Ravaschieri Negrone, dalla facciata a liste bianche e nere, accanto alla cattedrale di San Lorenzo, acquistato nel 1879 da Tomaso De Ferrari e tuttora abitato dagli eredi della sua famiglia.
Tra le varie fonti che gli autori dei contributi hanno consultato, una in particolare appare di straordinario interesse: gli atti rogati dai notai del medio Levante ligure tra il Quattrocento e l'Ottocento, molti dei quali ancora inediti.


La famiglia, ormai estinta, è rappresentata oggi dal figlio adottivo di Ornella, ultima discendente dei Ravaschieri Fieschi, il principe Giovanni Del Drago, che nell'introduzione racconta una curiosità: fu l'ultimo duca di Roccapiemonte, Vincenzo Ravaschieri Fieschi, padre di Ornella e abile schermitore, ad ispirare a Gabriele D'Annunzio la figura di Andrea Sperelli, protagonista del romanzo «Il Piacere».
«I Ravaschieri. Storia e dimore di una famiglia signorile tra Chiavari, Genova e Napoli», a cura di Isabella Lagomarsino, De Ferrari Editore, pagg. 376, euro 30.

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