Quindi pieno coinvolgimento della popolazione sotto ogni aspetto, anche nel famoso Quadrilatero della moda, che un suo ruolo certamente lo svolge sia per mano degli stessi stilisti - divenuti creatori - sia offrendo i loro luoghi per esibizioni da parte di progettisti e designer.
Ma il grande pubblico si domanda che cosa si mostrerà nel campo della creazione dellarredo, quali saranno le tendenze, i nuovi filoni di consumo, le politiche più innovative svolte dall'industria. E qui diventa tutto un poco complicato, perché, prima di tutto ci troviamo davanti a una esposizione non solo nazionale e, in secondo luogo, la partecipazione degli espositori non è certo limitata a quei marchi noti o arcinoti in grado di offrire prodotti di glamour, ma anche a una miriade di piccole e medie imprese che hanno produzioni di grandissimo consumo, privi sì di ori e orpelli, ma che attraggono forti masse di acquirenti.
Il fatto più evidente, quello che salta più agli occhi, sta soprattutto nellevidenza che lofferta, in generale, è quasi sempre «codificata», vale a dire che se parliamo di divani ne troviamo centinaia che si ripetono per linee e forme; se parliamo di cucine altrettanto, di lampade pure e così via. La creatività si è andata logorando con il ripetersi ogni anno di queste esibizioni che coinvolgono migliaia di addetti, con centinaia di «novità», con progettisti che lavorano per tante aziende concorrenti sugli stessi temi o filoni produttivi. E purtroppo si nota sempre più la scomparsa dei grandi architetti, di quelli che hanno creato davvero il mito del «made in Italy», perché in ogni parte del Salone e del FuoriSalone i veri assenti si chiamano genialità e creatività ad alto livello.
Intendiamoci, queste qualità in minima parte resistono e, soprattutto, esiste comunque uno standard produttivo in continua crescita, con la ricerca della qualità nei materiali, della serietà nella distribuzione, della selezione dei punti di vendita, di una apertura sempre crescente verso i mercati esteri, oggi tormentati anchessi da difficoltà non solo economiche.
Siamo in tanti a domandarci che cosa va e che cosa non andrà nellarredamento della nostra casa: di certo le differenze sociali e di reddito si sentono anche in questo ambito perché le cose importanti, preziose, non sono alla portata di tutti.
I giovani poi, e sono loro i veri e importanti consumatori anche del domani, vedono tutto con occhi e intendimenti diversi rispetto a quelli dei loro genitori.
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