Avete mai sentito parlare di «virtù energetica» di un edificio? Se la risposta è no, preparatevi a non sorprendervi se vi dovesse capitare. Il concetto è una conseguenza di quello, già entrato nel lessico comune, di «efficienza energetica degli edifici», una nozione introdotta dalla direttiva comunitaria 2009/91/Ce del 16 dicembre 2002, che tratta di contenimento energetico e tutela dellambiente.
Sulla base di quella direttiva i legislatori hanno stabilito, a partire dall1 luglio 2009, lobbligatorietà della certificazione energetica degli immobili nel caso di passaggio di proprietà. Il documento attesta il valore del consumo energetico dellimmobile, o del fabbricato, un parametro che si misura in chilowattora per anno per metro quadrato (kWh/mq/anno). Secondo dati citati da Mapei, una delle aziende leader mondiali nella produzione di adesivi e prodotti chimici per ledilizia, in fatto di «virtù energetica» degli edifici, lItalia è uno dei fanalini di coda dei Paesi comunitari. Il consumo energetico medio dei fabbricati italiani è di circa 160-200 kWh/mq/anno, contro i 60 della Svezia e gli 80-90 della Germania, Paesi caratterizzati da inverni più rigidi di quelli della nostra penisola.
Oggi, per chi amministra e conduce immobili residenziali, del terziario o dei servizi pubblici, diventa imperativo ridurre lenergia necessaria a riscaldare dinverno e a rinfrescare destate. Nel caso di edifici nuovi, strategie a questo fine possono essere adottate fin dal momento della progettazione; in quello di fabbricati esistenti e non «virtuosi» è possibile rimediare al problema della voracità energetica con soluzioni che riducono il flusso termico tra linterno e lesterno delledificio. Una di queste è ladozione dei sistemi di isolamento a cappotto come Mapetherm di Mapei. Si tratta di un sistema multi-componente che promette di migliorare notevolmente le prestazioni energetiche di edifici esistenti, permettendo anche a questi di rispondere alle nuove problematiche legate alla sostenibilità ambientale e ai costi crescenti dellenergia. Per spiegare i benefici derivanti dalladozione Mapetherm, Mapei porta due esempi. Il primo è quello di un edificio esposto dinverno a una temperatura esterna media di -5 gradi e in cui si voglia, allinterno, mantenere una temperatura di 20 gradi. I questo caso, lapplicazione di Mapetherm è in grado di ridurre il flusso termica da una media originaria di 28 W/mq fino a 8 W/mq. Vediamo ora il caso di un edificio che, in estate, è esposto a una temperatura esterna di 30 gradi, che sale a 50 gradi sulla parete per effetto dellirradiazione solare. Se allinterno si punta ad avere una temperatura di 22 gradi, il flusso termico media attuale è pari a 32,8 W/mq, che può essere abbassato fino a 9,4 W/mq grazie al sistema di isolamento a cappotto di Mapei.
Il costo iniziale di questo sistema, alla lunga, viene ampiamente recuperato grazie ai risparmi nelle bollette energetiche. Sempre secondo dati forniti da Mapei, il 31 per cento dei consumi di elettricità e il 44 per cento di quelli in combustibili sono attribuibili a usi residenziali o del terziario. Ridurre queste spese può tradursi in significative boccate dossigeno per le famiglie, ma anche per la Pubblica amministrazione. Pensiamo, infatti, a quanta maggiore virtuosità energetica è, probabilmente, possibile aggiungere a immobili scolastici o ospedalieri costruiti nel secolo scorso. Una soluzione quale Mapetherm non è solo in grado di ridurre i consumi energetici degli edifici, sia in estate sia in inverno, ma aiuta a diminuire gli stress delle murature. È noto, infatti, che ogni differenza di temperatura al loro interno è causa di dilatazioni o contrazioni termiche. Secondo studi commissionati da Mapei, linstallazione di Mapetherm riduce le sollecitazioni per inflessione termica, sia nella stagione invernale sia in quella estiva, del 75 per cento circa, contribuendo a salvaguardare lintegrità della struttura muraria.
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