Nino Gotta, ex dirigente di Carige è direttore de «La Casana» da quarantanni. In questo suo ricordo ci racconta la bella storia di una bella iniziativa editoriale.
Il periodico di informazione e cultura edito dalla nostra banca compie cinquantanni! Lesordio editoriale risale, infatti, al bimestre settembre-ottobre 1958 ed era programmato, secondo le intenzioni del Direttivo della banca editrice, per avere una cadenza di uscita bimestrale. La ragion dessere era evidenziata nella presentazione di quel primo numero: per la Cassa di Risparmio di Genova era in atto un processo evolutivo collegato ad uno sviluppo di attività esaltante, sotto tutti i punti di vista, della vita economica e sociale dellepoca.
Espansione territoriale in atto, esigenza di nuove dimensioni e quindi necessità in termini di spazi per gli uffici di sede onde poter raggiungere efficienza e funzionalità adeguate ad una crescita esponenziale dellistituto bancario. Nasceva da quella esigenza la decisione di dare alla Cassa una nuova sede centrale che rispondesse alle moderne esigenze di una banca - sempre più Banca e sempre meno Cassa - pur mantenendo per scelta economica ma anche sentimentale lubicazione storica, laddove per secoli aveva operato la «Casana», una benefica istituzione creata con il nobile scopo di combattere lusura; ed era appunto così che i genovesi erano abituati a chiamare quella istituzione, trascurando lorigine etimologica di quel nome, non mai perfettamente definita.
Dunque, come poteva chiamarsi una pubblicazione che nasceva con lo scopo di tenere periodicamente al corrente i genovesi sul procedere dei lavori di edificazione di quella nuova sede, considerata tappa fondamentale nel cammino della istituzione? Ed ecco «La Casana», la «nostra» rivista nel significato più ampio del termine, in quanto espressione di una sintesi consolidata e felice fra redazione, autori e lettori.
In fase iniziale gran parte dei contenuti era costituita dalle predette informative sullandamento dei lavori ma anche da una serie di informazioni sui nuovi servizi che la Cassa di Risparmio andava proponendo. In seguito, con laumento della tiratura e dellinteresse del pubblico, divennero sempre più frequenti gli argomenti di storia, arte, tradizioni regionali: quegli stessi che daranno alla pubblicazione la sua fisionomia definitiva. Il riconoscimento del carattere culturale de «La Casana» da parte del Ministero delle Finanze venne in un secondo tempo, grazie - appunto - a «firme» sempre più qualificate ed illustri ed a contenuti di sempre crescente qualificazione. Una schiera di collaboratori: giornalisti, storici, scrittori, docenti universitari, musicologi, ricercatori, numismatici.
Impossibile dare conto di tutti. Ma esemplificativamente vale ricordare Vittorio G. Rossi, Giulio Giacchero, Teofilo Ossian De Negri, Salvator Gotta, Paolo Emilio Taviani, Edoardo Bo e molti altri ai quali chiediamo venia per la momentanea dimenticanza. E daltro canto è sufficiente consultare lindice delle materie trattate ed i relativi autori per rendersi conto che, in cinquantanni di uscita, la legione dei collaboratori si è fatta imponente.
Raggiunto il primo obiettivo con linaugurazione della nuova sede (1966) in teoria il compito de «La Casana» poteva anche considerarsi esaurito. Ma era da tenere in conto il favore e linteresse suscitato nella clientela della Cassa (e non soltanto), ormai abituata a ricevere a casa gratuitamente la rivista e, per coloro che si recavano agli sportelli, era facile trovarla accanto agli operatori e quindi a portata di mano. Da bimestrale a trimestrale, da 24 a 64 pagine, un arricchimento delle tematiche trattate, il colore, la crescita delle dimensioni.
In cinquantanni «La Casana» è riuscita a ritagliarsi un personalissimo spazio nelleffimero ed inquieto panorama delleditoria periodica e ad acquisire una non trascurabile longevità nel predetto panorama, continuando ad essere un momento di incontro, uno strumento di comunicazione leggibile e credibile che lega la nostra banca alla propria clientela, ai lettori, agli amici.
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