Case Aler, niente Ici ma più custodi sociali

Gioia Locati

In cambio di quartieri più sicuri il Comune è pronto a rinunciare alla tassa Ici versata dall’Aler. In pratica a 4 milioni di euro all’anno, 8 miliardi delle vecchie lire che verrebbero utilizzati per aumentare i portieri sociali e i custodi socio-assistenziali. Ossia personale preparato ad affrontare ogni giorno i bisogni di anziani e malati. Un piccolo esercito - destinato ora a crescere - a disposizione 24 ore su 24, con il telefono cellulare sempre acceso per aiutare i più bisognosi ad affrontare il quotidiano: la spesa, la visita dal medico, la solitudine.
Gli angeli custodi delle case popolari sono al momento 19 portieri (dipendenti Aler) e 47 fra volontari e psicologi del Don Gnocchi, i custodi socio-assistenziali. Con la proposta del Comune questo personale potrebbe triplicare nel giro di pochi mesi. «L’Aler versa l’Ici dal primo di gennaio - ha ricordato il vicesindaco Riccardo De Corato - da quel momento l’istituto avrà a disposizione quella cifra, 4 milioni di euro, più due milioni di euro già stanziati, per formare gli operatori con un corso specialistico e poi, d’accordo coi Servizi sociali, indirizzarli sul campo. La sicurezza di una città dipende anche da quanto si riesce a renderla viva e da come si agisce sulla prevenzione».
I portieri sociali si sono insediati quattro anni fa nei quartieri dove abitano più anziani, da via Spaventa a via Tommei, da via Baroni a via Tarabella. In tutto hanno assistito 4.837 persone affrontando migliaia di commissioni, dai 20mila tragitti in farmacia per comperare le medicine ai 6mila accompagnamenti dal medico. Spiccano le 46 mila richieste di compagnia. Sì perché il bisogno più diffuso fra chi vive su una carrozzella o esce di casa malvolentieri è proprio quello di scambiare quattro chiacchiere con qualcuno. L’assessore ai Servizi Sociali Mariolina Moioli pensa che questo custode «garantisca la rete di protezione e il senso di comunità che spesso nelle grandi città non esiste più». All’Aler confermano che i nuovi finanziamenti serviranno a presidiare i 40 quartieri più a rischio: «Ci sarà un coordinatore per ognuna di queste zone, verrà insomma potenziata l’assistenza che già c’è. Si penserà anche a ripristinare recinzioni, citofoni, installare video citofoni e telecamere, strumenti che danno più sicurezza». Verrà proposto inoltre ai cento portieri Aler di partecipare ai corsi di formazione.
I custodi socio-sanitari che coinvolgono 47 portinerie, venti del Comune e 27 delle case Aler si sono insediati nel 2004, grazie a una collaborazione con Regione, Don Gnocchi e Ministero. Fra gli operatori anche volontari del servizio civile e psicologi del Don Gnocchi: «Il loro compito è quello di mantenere i contatti con gli anziani - hanno spiegato all’Aler - fare visite più frequenti in caso di malattie, grande caldo o solitudine. Gli operatori accompagnano gli anziani a ritirare la pensione, vanno in posta per loro, fanno la spesa, segnalano al Comune un particolare stato di salute e organizzano piacevoli momenti di aggregazione.

Dalla gita alla festa, allo spettacolo teatrale nei cortili».
Il Comune chiederà anche alla Regione un provvedimento per rendere più diffusa la distribuzione degli alloggi Aler alle forze dell’ordine. Vigili, poliziotti e carabinieri per bonificare le zone a rischio.

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