Oggi saranno aperte le buste con i nomi dei vincitori. E così si conosceranno i progetti per le prime quattro aree in cui il Comune costruirà case in edilizia sociale. «Non saranno quartieri dormitorio, ma pezzi di città: belli, accoglienti, vivibili» ha assicurato Gabriele Albertini parlando ai costruttori di Assimpredil durante la sessantesima assemblea generale dellassociazione dei costruttori. Il concorso riguarda cinquecentocinquanta alloggi (oltre al verde e le aree riservate ai servizi) per i quali i lavori partiranno a gennaio. Si tratta della prima tappa di un progetto più ampio, che interessa 46 aree del Comune sulle quali saranno costruiti un totale di 20mila alloggi per i milanesi. Spiega lassessore allUrbanistica, Gianni Verga: «Abbiamo scelto la procedura del concorso perché è quella che garantisce i tempi più rapidi. Adesso stiamo mettendo a punto i bandi per lassegnazione delle aree a cooperative e imprese e a settembre partirà ledilizia convenzionata».
Il presidente di Assimpredil, Piero Torretta, mostra di approvare: «Bene ha fatto questa amministrazione con lapprovazione del Piano Case, cercando di rispondere alle esigenze dei cittadini con un aumento di risorse per la costruzione di edilizia sociale». Torretta chiede però un impegno esteso allhinterland: «È certo che il solo territorio del capoluogo non basta per soddisfare tutto il bisogno e che il livello attuale dellimpegno finanziario dello Stato per la casa non garantisce adeguate risorse a chi da solo non ce la fa».
Ma il presidente dellassociazione segnala anche motivi di insoddisfazione e di preoccupazione. «Milano ha bisogno di una classe dirigente che non si arrenda agli interessi organizzati trascurando gli interessi diffusi. Una classe dirigente che sappia esprimere la propria capacità di guida irradiando messaggi costruttivi» è lappello di Torretta. Tra i vertici di Assimprendil è diffuso il timore che le ragioni del voto abbiano la meglio sugli interessi della buona amministrazione: «La politica è troppo impegnata nelle polemiche sul fare o non fare le opere di cui la città ha bisogno, per la paura di perdere consenso. I sottotetti e i parcheggi sono, nel nostro mestiere, lesempio di come non si deve governare il territorio».
Unaltra ragione di allarme è data dai prezzi immobiliari sempre crescenti: «La lievitazione speculativa non crea nuove imprese, non crea nuova occupazione, non crea nuovi consumi - sostiene Torretta -.
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