Casilino 900, oggi comincia il grande esodo

Alcune ore di trattative, a cui ha partecipato in prima persona il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Poi, poco prima dell’ora di pranzo, tre pullman della Croce Rossa hanno lasciato il campo nomadi di via di Salone con a bordo circa sessanta abitanti diretti verso il centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto. È iniziato così il piano nomadi voluto dal Campidoglio che prevede la chiusura, con il relativo trasferimento degli abitanti, di alcuni campi abusivi come lo storico Casilino 900, quelli di Tor de’ Cenci e via della Martora. I trasferimenti avverranno in modo scadenzato: tutti gli abitanti saranno ricollocati all’interno di villaggi autorizzati, tredici in tutto come quelli di attrezzati di Castel Romano, Salone, Candoni, Camping Nomentano, Lombroso e Camping River. Entra nella fase operativa il progetto fortemente voluto dall’amministrazione capitolina e che segue la lunga attività di censimento della comunità nomade di Roma, effettuata dalla Croce rossa, che ha individuato sul territorio capitolino circa settemila persone appartenenti alle varie comunità nomadi.
Questa mattina toccherà agli abitanti del Casilino 900. Ad attenderli, nel campo di via di Salone, ci sono 40 case, tutte munite di acqua calda, elettricità e riscaldamento. Per circa 100 abitanti del campo più grande d’Europa quella di ieri è stata quindi l’ultima notte trascorsa all’interno di una baracca di legno. Oggi saranno trasferiti 12 nuclei familiari. Le operazioni inizieranno intorno alle 7,30 del mattino: cinque pullman della Croce rossa raggiungeranno il piazzale del campo dal lato di via Casilina. Il gruppo che salirà a bordo dei mezzi Cri è formato tutto da cittadini che provengono dalla Bosnia.
«Quello di oggi sarà un esperimento - spiega il portavoce del campo, Najo Azdovic - La situazione qui è comunque tranquilla. Abbiamo avuto molti incontri con il prefetto, con i responsabili della Croce rossa e con l’amministrazione cittadina. Nessuno sarà lasciato solo. Per il resto della comunità il trasferimento avverrà in seguito, quando saranno pronte le strutture abitative negli altri campi di destinazione».
Il progetto messo a punto dalla prefettura prevede la chiusura di Casilino 900 entro il mese di febbraio. «Da qualche giorno hanno chiuso tutti gli ingressi del campo - racconta Rudi Salkanovic, uno dei capi famiglia - lasciando aperto solo quello per le auto su via Casilina: ci sentiamo un po’ in prigione ma siamo pronti a rispettare l’accordo siglato con il prefetto a patto che tutto venga fatto in modo tranquillo e senza imposizioni».
Gli operatori della Croce rossa garantiranno assistenza socio sanitaria e seguiranno tutte le fasi del trasferimento. «In questi settimane abbiamo lavorato in modo che nulla fosse lasciato al caso - spiega Marco Squicciarini, commissario provinciale della Cri -.

Il nostro compito, come sempre, sarà quello di monitorare che le operazioni di trasferimento avvengano in maniera regolare». Al termine delle operazioni al Casilino, alle quali prenderanno parte anche agenti della polizia municipale, le ruspe interverranno per abbattere le baracche lasciate libere.

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